Il procuratore Cavallo esclude che Viviana e Gioele siano stati uccisi da persone o animali
Sulla pagina Facebook di Daniele Mondello compare un'importante rivelazione: "Volevamo dare una sorellina a Gioele".
Il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, ha ripetuto in questi mesi che qualunque ipotesi sulla morte di Vibiana Parisi e Gioele Mondello sarebbe stata avanzata soltanto con tutti gli elementi e gli esiti delle perizie in mano. Proprio a fronte di questi ultimi esami acquisiti si è sbottonato nelle ultime ore, dichiarando che il piccolo di 4 anni e la madre, dj 43enne di origini torinesi, non sono stati uccisi nè da terze persone, nè da animali selvatici. Pista fortemente caldeggiata, invece, dal marito della donna e padre del bimbo Daniele Mondello e dal suo avvocato.
Gioele e Viviana non sono stati uccisi da terze persone
Cavallo spiega che questa ricostruzione è figlia degli esiti delle perizie effettuate sui resti della mamma e del bimbo morti nei boschi di Caronia, lo scorso 3 agosto. La morte della Parisi risulta compatibile con il volo dal traliccio. Più complesso, invece, dire con certezza cosa abbia ucciso Gioele: "Possiamo solo procedere scartando delle ipotesi, come quelle riconducibili a terze persone e a cani feroci". Sul corpo della madre non ci sono segni di aggressione, mentre sui vestiti di Gioele non ci sono tracce di sangue. Secondo gli esperti ciò conferma che non è stato aggredito da un cane e qualsiasi aggressione sul corpo del piccolo è avvenuta dopo la morte. I medici legali hanno anticipato inoltre che la macchia che presentava nel cranio era solo il risultato di un deterioramento da decomposizione, nessun colpo alla testa quindi.
"Quadro psichiatrico grave"
Cavallo è tornato a battere sulla serietà della compromissione psichica di Viviana:
“C’è una donna che presenta un grave quadro psichiatrico e che dopo un incidente in autostrada, scappa via. Questo è un dato di fatto, dobbiamo partire da qui”. E ancora: "Lo stato di salute della signora è stato riferito dalle prime testimonianze dei familiari che con chiarezza avevano parlato del suo disagio, messo nero su bianco a verbale: perché da un certo punto in poi, invece, non stava più così male? Noi dobbiamo cercare la verità, anche quella che può turbare di più la serenità dei familiari, può dispiacere ma non possiamo farci condizionare da questo”.
Il team di esperti
La procura ha schierato diversi professionisti che hanno lavorato in team: oltre ai medici legali, ci si è avvalsi anche dall’entomologo Stefano Vanni, che ha studiato le larve sui corpi per stabilirne non solo da quanto i corpi fossero lì dove sono stati trovati ma anche se siano stati spostati. La geologa forense, Roberta Somma, invece, ha studiato il terreno e le immagini del drone, è stata lei a scoprire che il corpo della donna era già visibile in quella posizione il 4 agosto, cioè il giorno dopo l’incidente.
La replica di Mondello
Daniele Mondello ha sempre rifiutato la pista dell'omicidio-suicidio, che invece la Procura - anche a fronte del quadro probatorio - considera possibile. Il vedovo, nella giornata di ieri, ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook, che lo vede sempre molto attivo, in cui viene riportata una sua dichiarazione in merito al fatto che, insieme a Viviana, avessero accarezzato l'idea di dare una sorellina a Gioele.
Anche in quell'occasione l'uomo ribadisce la sua convinzione circa il fatto che la moglie sia stata vittima di qualche "incontro sfortunato". E ancora:
"Abbiamo vissuto insieme diciassette anni. Anni splendidi che abbiamo speso con passione ed amore l’uno per l’altra. I mesi difficili del Covid avevano molto provato Viviana ma, forse anche grazie all’aiuto di nostro Signore, era riuscita a rialzarsi: guardava alla vita con rinnovato entusiasmo e gioia. Nei nostri ultimi giorni di coppia eravamo accarezzati dall’idea di dare una sorellina (questo era il desiderio di Viviana) a Gioele".
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