Continua la guerra alla DAD: in 200 in piazza per la riapertura delle scuole
Professori, studenti e genitori davanti alla sede torinese di Regione Piemonte hanno fatto sentire il proprio dissenso.
Domenica 6 dicembre 2020, dalle ore 11, la torinese piazza Castello è stata il teatro dell'ennesima manifestazione contro la didatttica a distanza animata da alunni, insegnanti e genitori che hanno chiesto a gran voce la riapertura delle scuole.
Manifestazione contro la Dad in piazza Castello
Erano circa 200 i partecipanti che hanno richiesto il ritorno della scuola in presenza, davanti alla sede Regione Piemonte. A organizzare la mobilitazione è stato il Comitato "Priorità alla Scuola": da mesi impegnato contro la didattica online. Fra le fila dei manifestanti non sono mancate le due ragazzine simbolo di questa protesta: Anita e Lisa. Pochi giorni fa il Tar ha respinto il ricorso di alcuni insegnanti e genitori che non hanno apprezzato la decisione di Cirio di tenere chiuse le classi seconde e terze delle scuole medie nonostante il passaggio a zona arancio.
"Le prime a riaprire"
"Le scuole vanno tenute aperte: anche nel caso di ulteriori situazioni critiche in futuro, le scuole devono essere le ultime a chiudere, le prime a riaprire!
e ancora:
Il Comitato rileva che:
- in Italia ancora una volta tutto riapre, tranne le scuole;
- tutti i principali Paesi europei hanno garantito la didattica in presenza anche in una situazione di lockdown parziali dovuti a una situazione epidemiologica critica, persino più critica che in Italia;
- la curva epidemiologica dei principali Paesi europei è scesa sensibilmente e rapidamente a scuole aperte, mentre in Italia, a fronte di una curva epidemiologica che scende, le scuole restano chiuse.
Sono sempre più numerose e autorevoli le voci di medici, studiosi e studiose che denunciano le gravi conseguenze psico-fisiche su bambini e ragazzi a causa del lockdown imposto in Italia; si sono espressi in tal senso anche membri del Comitato Tecnico Scientifico, tra cui il coordinatore Agostino Miozzo e Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria. Dal 24 febbraio 2020 per le scuole superiori è stata garantita la scuola in presenza solo per 40 giorni, a fronte di 130 di didattica a distanza al 100%. Dopo l’ultimo D.P.C.M. nulla, o quasi nulla, è stato fatto dalle istituzioni per risolvere le criticità che patiscono i trasporti pubblici e la medicina territoriale, in nome delle quali le scuole sono state chiuse. La scuola è un diritto che non deve essere cancellato da disservizi. Di fronte alle scelte e ai comportamenti del governo e dei presidenti delle regioni, Priorità alla Scuola è indignata: basta con le prese in giro, è vergognosa la retorica di chi a parole sostiene che la scuola è una priorità ma non compie nessuna azione concreta per tenere aperte le scuole. In Italia il diritto all’istruzione e il diritto all’infanzia sono compressi in ragione di precise scelte politiche che Priorità alla Scuola denuncia e contrasta. La manifestazione torinese si inserisce nelle iniziative del Comitato nazionale PRIORITÀ ALLA SCUOLA che organizza dal 4 al 6 dicembre mobilitazioni in 8 regioni, 19 città per chiedere l’apertura delle scuole in tutta Italia.
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