Si ipotizza un piano di contenimento

Lupi nelle zone di montagna del Piemonte: al via il "censimento" per capire quanti sono

Il vicepresidente Fabio Carosso ha guidato il summit con gli esponenti delle regioni del Nord Italia per studiare una strategia comune.

Lupi nelle zone di montagna del Piemonte: al via il "censimento" per capire quanti sono
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La Regione Piemonte in prima fila per monitorare la presenza dei lupi nelle zone di montagna. Cominciano a diventare tanti gli avvistamenti, quest'anno, con anche alcune scorribande shock come quella delle pecore sbranate in Val Chisone o del gregge disperso a Giaveno (una pecora uccisa sul posto e un agnello sparito). Il tutto a pochi metri dalle case. Hai voglia ad essere animalisti e ambientalisti... ma quando ti trovi davanti un branco aggressivo e affamato c'è poco da stare allegri! Partendo da questa condivisibile premessa, le autorità politiche e istituzionali stanno monitorando se la presenza dei lupi si sia effettivamente rafforzata nelle zone montane e pedemontane del Piemonte per capire come comportarsi di conseguenza.

La conservazione della specie

Il numero di lupi presenti in diverse zone del Nord Italia porta a pensare che in alcune aree delle Alpi sia stato raggiunto un buono stato di conservazione della specie, tale che si possa iniziare a considerare la possibilità di introdurre nuove misure di contenimento. Questo per tutelare innanzitutto gli allevatori (greggi, mandrie e cascine sono fra gli obiettivi principi dei predatori naturali) ma anche, in prospettiva, il turismo. Il moltiplicarsi di notizie circa attacchi ai branchi o avvistamenti vicino ai luoghi abitati scoraggia i frequentatori delle vallate.

Meglio capire prima come muoversi, per non fare la fine del Trentino con gli orsi in libertà considerati quasi pericolo pubblico. È quanto emerso nel corso di un incontro che il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, ha indetto con gli assessori competenti delle Regioni dell’arco alpino (Val d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia). L'obiettivo è impostare un lavoro comune volto ad affrontare congiuntamente il delicato tema della convivenza fra uomo e lupo, alla luce della crescita che quest’ultimo ha conosciuto negli ultimi anni.

450 esemplari in Piemonte

Solo in Piemonte si contano oltre 450 esemplari di questa specie, quando in tutta la Francia (per fare un esempio) il loro numero è appena di 550. È evidente come una presenza così importante, con il susseguirsi di assalti agli animali e di sfacciati avvicinamenti ai centri abitati, necessiti di un cambiamento di politica. Bisogna trovare delle regole diverse da quelle attuali, perché insieme alla biodiversità, che deve essere preservata, si riescano a tutelare anche le comunità locali (e le persone che ci vivono). La decisione delle Regioni del Nord Italia, quindi, è stata quella di costituire un tavolo politico, guidato dal Piemonte, il quale, prendendo spunto anche dalle legislazioni vigenti in altri Paesi europei, come la Francia, formuli un documento da sottoporre al ministero dell’Ambiente, che punti a dare ai territori strumenti innovativi rispetto a quelli vigenti.

Una delle ipotesi, qualora il numero dei lupi venga verificato in crescita, potrebbe essere quella dell'abbattimento controllato come si fa in molte zone con i cinghiali (specie dannosissima, infestante e molto aggressiva verso l'uomo). Sia come sia, sulla presenza dei lupi nelle zone di montagna del Piemonte e sulle decisioni della politica a riguardo se ne saprà di più nei prossimi giorni.

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