TORINO

Inchiesta sullo scoppio della palazzina di Strada Bramafame, c'è un secondo indagato

è E' un 60enne che in precedenza aveva effettuato dei lavori all'impianto del gas nell'alloggio di un condominio.

Inchiesta sullo scoppio della palazzina di Strada Bramafame, c'è un secondo indagato
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C'è un secondo indagato nell'inchiesta, portata avanti dalla Procura di Torino, sull'esplosione della palazzina, nella mattina del 24 agosto, in Strada Bramafame, a Torino nord, dove morì un bambino di 4 anni, Aron e rimasero ferite altre 3 persone.

Un nuovo indagato

Il nuovo indagato è un 60enne che in precedenza aveva effettuato dei lavori all'impianto del gas nell'alloggio di un condominio. Gli investigatori sostengono che sia lui il responsabile ma l'uomo, difeso dall'avvocato Rosalba Cannone, ha però negato di essere intervenuto.

Indagato anche il cugino di Aron

Indagato per omicidio colposo anche il cugino di Aron. Sarebbe stata una confessione a svelare i motivi dello scoppio del caseggiato di strada del Bramafame, lo scorso 24 agosto, in cui ha perso la vita il piccolo Aron e altri tre inquilini sono rimasti feriti.

A fornirla è Bukurosh Snalla, 25enne albanese, che altri non è che il cugino del bambino di 4 anni, che ha affermato di aver manomesso l'impianto a gas del caseggiato. 

Il giovane è stato così iscritto sul registro degli indagati a inizio ottobre. Per lui l'accusa è di omicidio e disastro colposi. Il ragazzo attualmente si trova in carcere. Finito in manette per aver rubato un'auto per compiere una rapina a None.

La confessione in carcere

Ed è stato proprio in carcere che ha confessato al pm Roberto Furlan che, il giorno dell'arrivo dei suoi parenti dal Casertano, aveva armeggiato sull’impianto di distribuzione del gas per consentire agli zii di preparare la cena.

C'è da stabilire però se questa azione possa aver in qualche modo determinato la fuga di gas che ha poi generato l’esplosione in cui è morto Aron. Le sue parole saranno valutate anche dai consulenti della Procura, che stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente. Nel caseggiato, infatti, erano presenti anche delle bombole di gas usate da alcuni inquilini morosi.

Una vicenda quella dell'esplosione della palazzina di Strada Bramafame ancora lontana da trovare una soluzione.

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