Cadono le accuse alla Regione Piemonte per aver conteggiato i test rapidi nei report
La questione era stata sollevata dopo un riallineamento dei dati del Piemonte nel Bollettino quotidiano della Protezione civile.
Il report quotidiano sui numeri relativi al Covid deve conteggiare anche i test rapidi perché non contarli sottostimerebbe la diffusione del virus.
Nessuna anomalia nel conteggio dei dati
L’Istituto Superiore di Sanità ha quindi certificato che la Regione Piemonte ha comunicato correttamente al Ministero della Sanità e alla Protezione civile il numero dei tamponi effettuati. Cadono quindi le accuse, sollevate nei giorni scorsi nei confronti della Regione, di aver fornito i risultati sia dei tamponi molecolari che di quelli rapidi per far diminuire la percentuale giornaliera delle persone positive. Il tema era stato sollevato dopo un riallineamento dei dati del Piemonte nel Bollettino quotidiano della Protezione civile, che nei giorni scorsi ha richiesto alle Regioni la trasmissione dei dati relativi solo ai tamponi molecolari. Una scelta che ha portato all’esclusione dal conteggio complessivo di circa 200.000 tamponi antigenici effettuati nelle scorse settimane.
Le parole dell'assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi
L'assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha affermato:
La Regione è sempre stata cosciente della regolarità del proprio operato e di quello dei suoi tecnici. L’anomalia è nel bollettino nazionale, che non include gli antigenici: è necessario allinearlo alle disposizioni europee. Sapevamo di aver agito non solo correttamente, ma anche con grande attenzione e serietà, notificando tutti i casi positivi confermati sul territorio per avere una fotografia della situazione il più possibile puntuale e veritiera. Ora lo certifica anche l’Istituto Superiore di Sanità, mettendo fine a polemiche sterili e infondate che non solo mancano di rispetto a chi con professionalità e impegno enorme è ininterrottamente al lavoro da dieci mesi per raccogliere, analizzare e trasmettere i dati che descrivono l’andamento dell’epidemia, ma che generano soprattutto, allarme sociale. E questo, in una situazione di emergenza, è estremamente grave.
Piemonte ineccepibile
Ora che l’ISS ha certificato la totale correttezza nella trasmissione dei dati e la regolarità dei report settimanali che hanno definito gli scenari del Piemonte, l'assessore alla Ricerca Covid Matteo Marnati ricorda che, prima di emettere giudizi che possono creare allarmismi, sarebbe doveroso informarsi e sottolinea il lavoro eccellente del Piemonte:
Il Piemonte in questi mesi ha fatto uno sforzo enorme per potenziare la propria capacità di fare tamponi. Siamo passati dai 2 laboratori di fine febbraio ai 32 di oggi, e nei prossimi giorni attiveremo un nuovo bando da 10 milioni di euro per continuare a sviluppare il nostro sistema di ricerca sul Covid. Abbiamo più di 70 hotspot, 21 dei quali dedicati ai test rapidi, e siamo stati tra i primi a definire un piano strutturato per l’uso dei tamponi antigenici, con cui ad esempio monitoriamo ogni 15 giorni le oltre 700 Rsa del territorio.
Chi elabora il report
Il Report settimanale di monitoraggio è sempre stato elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità tenendo conto sia dei tamponi molecolari che dei test rapidi antigenici comunicati dalla Regione Piemonte e dalle altre Regioni, in linea con quanto previsto dal decreto che definisce i criteri per monitorare il rischio sanitario. Lo stesso Istituto, con una nota trasmessa alla Regione Piemonte, scrive che il decreto del 30 aprile, che richiama il Dpcm del 26 aprile, “non prevede una specifica circa la tipologia di tampone”, includendo quindi per la valutazione sia i test molecolari che quelli antigenici. Non notificare i casi positivi risultati da tamponi rapidi avrebbe portato nel periodo di novembre a una sottostima della valutazione del rischio.
Leggi anche:
Università Torino: la professoressa Clerico vince il Bando Fondazione SIN 2020
Anziana morta sbranata, la figlia: “Non abbattete i miei cani”
Si spara un colpo alla testa durante la videochiamata con la figlia di sei anni