Borgo San Paolo, nel quartiere in cui è cresciuta Viviana Parisi ognuno ha la sua teoria sul caso FOTO
Tour tra le vie che la dj e vocalist, mamma di Gioele, ha percorso da ragazzina prima di trasferirsi vicino a Messina.
Il quartiere di Borgo San Paolo è quasi un paese nella città. A inizio Novecento era qui l'epicentro operaio di Torino, oggi in molte vie si sente parlare peruviano: la più grande comunità sudamericana della città è proprio qui. E poi, ci sono gli studenti che, per la vicinanza al Politecnico, vengono a trasferirsi in zona o al coloratissimo campus San Paolo.
Tante anime, tante idee
Iniziamo il nostro tour con un obiettivo non facile: chiedere se qualcuno ha voglia di dire la sua sul caso di Viviana Parisi che a Borgo San Paolo è cresciuta, ma che ormai non vive più a Torino da ben 18 anni. I primi che incontriamo sono due baristi di largo Racconigi a due passi dalla casa dei genitori di Viviana. Loro sono troppo giovani per ricordarsi di lei, ma hanno letto tutta la vicenda sui social e si chiedono se possano mai aver visto il papà di Viviana, un signore che coi suoi baffi bianchi non passerebbe inosservato per il quartiere, non fosse che ovviamente in questi mesi c'è stato meno passaggio e indossiamo tutti una mascherina che copre mezzo volto.
I negozi storici
Proviamo allora a individuare qualche negozio che ci sembra storico e andiamo dal fruttivendolo poco distante, lui è da dieci anni che lavora in Borgo San Paolo, i genitori di Viviana non sono suoi clienti, ma ha letto tutta la storia sui giornali. Non si può rimanere impassibili e non farsi delle idee, anche se il caso è parecchio contorto e per un uomo di una certa età, ci dice, non è facilissimo mettersi nei panni di una giovane mamma che probabilmente ha agito in preda al panico. Il fruttivendolo ci indirizza verso qualcuno che è veramente una presenza storica della zona dei genitori di Viviana e così entriamo dal barbiere, il signor Luciano.
Il barbiere Luciano
Luciano ci accoglie nel suo negozio e orgoglioso ci racconta che lui ha il mestiere in mano da ben 67 anni di cui 55 in Largo Racconigi, se conosceva il signor Luigino? Purtroppo no, il quartiere è molto grosso e la gente è abitudinaria, "pensate che alcuni non attraversano mai il fiume" dice sorridendo malinconico, guardano verso corso Racconigi, una delle arterie che divide Borgo San Paolo. Sulla faccenda, lui che è siciliano, un'idea ce l'ha, eccome. Lì, in Sicilia, il problema dei cani randagi e dei cinghiali nelle campagne è fortissimo, per lui che Viviana sia scappata con Gioele da animali che la inseguivano è più che plausibile. Molto di più della tesi omicidio-suicidio che sembra andare per la maggiore.
Proseguiamo il nostro giro e andiamo in un'enoteca, in una macelleria e in una gastronomia, molti a inizio agosto erano in ferie e non hanno seguito attentamente la vicenda di Viviana i cui genitori ci appaiono sempre più persone riservatissime e poco viste (anche se mostrando la foto di Luigino alcuni sobbalzano portandosi la mano alla bocca e dicendoci: "ma sì, allora sì che lo conoscono, quanto mi dispiace!")
Il ricordo della barista
Alla fine, la troviamo una persona che ha visto crescere Viviana e ha preparato tanti caffè al suo papà. Entriamo in un bar dove la dj andava qualche volta con sua sorella. La barista ci ricorda un po' Viviana, potrebbe essere sua sorella maggiore, ci accoglie con un sorriso triste e si commuove subito. Sì, di Viviana ha un ricordo splendido: era bella e solare come nelle foto. Ma tornava poco a casa e suo marito Daniele lei l'ha visto solo una volta. Che idea si è fatta? L'idea che lockdown a parte, Viviana era in difficoltà per un problema che capita a tante mamme, ma si fa fatica a pronunciare: depressione post partum. Succede a molte, ma se seguite bene si supera. E se Viviana, così lontana dai genitori e dalle sue radici, avesse avuto bisogno di più sostegno? Domanda questa, come tante altre, destinata a rimanere senza risposta. Ma si bagnano gli occhi anche a noi, quando la dolcissima barista ci dice: sapete il papà mi aveva appena detto che aspettava solo la pensione della moglie per andare giù in Sicilia dalla sua Viviana e dal suo bellissimo nipotino Gioele.
Torniamo in redazione con l'immagine nella testa delle vie di questo quartiere frenetico e dei volti di chi lo vive da più o meno anni, volti orgogliosi e tristi allo stesso tempo, volti di chi, senza saperlo, è testimone inconsapevole della vita di chi passa davanti alle proprie vetrine. Per quelle vie, tra quelle insegne, è passata anche una Viviana che, mentre cresceva e metteva i primi dischi, decideva di andarsene lontano per inseguire un sogno e un amore.
Silvia Venezia
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