La ricerca di Unito

Tra gli strascichi del Covid più suicidi tra i giovani nella fascia 15-19

Durante la pandemia, 1 ragazzo su 6 ha avuto almeno un pensiero suicidario e 1 su 33 ha tentato il suicidio

Tra gli strascichi del Covid più suicidi tra i giovani nella fascia 15-19
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Una ricerca dell'Università di Torino pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale eClinicalMedicine del gruppo Lancet ha indagato l’impatto della pandemia da COVID-19 sul fenomeno suicidario nei giovani.

Lo studio dell'Università di Torino

Il fenomeno suicidario una serie di comportamenti che vanno dall’ideazione al tentativo, fino al suicidio, che è la quarta causa di morte tra i ragazzi nella fascia di età tra i 15 ed i 19 anni.

Uno studio dei Dipartimenti di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche e Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, coordinato dalla Prof.ssa Paola Dalmasso e dalla ricercatrice Rosanna Irene Comoretto, ha indagato l’impatto della pandemia da COVID-19 sul fenomeno suicidario nei giovani. I risultati sono stati pubblicati a novembre sulla prestigiosa rivista scientifica eClinicalMedicine del gruppo Lancet.

+10% di suicidi

La ricerca ha stimato la dimensione del fenomeno suicidario nei ragazzi e ragazze con meno di 19 anni durante la pandemia da COVID-19 facendo un confronto dell’andamento del fenomeno nei periodi pre- e post-pandemia. Ad essere raccolti sono stati i dati riportati da studi condotti in vari paesi del mondo per un totale di circa 70 milioni di ragazzi e ragazze osservati in diversi contesti.

Durante la pandemia, 1 ragazzo su 6 ha avuto almeno un pensiero suicidario e 1 su 33 ha tentato il suicidio, con un incremento del 10% del numero dei suicidi nel 2020 rispetto al 2019. Anche i casi di ideazione suicidaria e di tentato suicidio sono aumentati rispetto al periodo pre-pandemico.

Il commento di Rosanna Irene Comoretto e Paola Dalmasso

“Il nostro lavoro rappresenta la prima sintesi disponibile di letteratura sul fenomeno della suicidarietà nei giovani a livello mondiale a seguito dello scoppio della pandemia – afferma Rosanna Irene Comoretto. Nei giovani con vulnerabilità psichiatrica, non si è osservato un incremento significativo del fenomeno suicidario nella fase acuta della pandemia. Tuttavia, dalla seconda metà del 2020, abbiamo evidenziato un aumento del 15% dei casi di ideazione suicidaria e del 26% dei comportamenti suicidari”.

“Questi risultati – spiega Paola Dalmasso - sono di grande interesse per la sanità pubblica in quanto evidenziano l’impatto globale delle conseguenze indirette del COVID-19 sulla salute mentale e sul benessere dei giovani, soprattutto i più vulnerabili, e rappresentano una priorità da affrontare con urgenza”.

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