Dopo le cabine telefoniche è il turno delle cassette delle lettere, a breve verranno smantellate
Sotto la Mole la corrispondenza cartacea è calata del 60% in soli 15 anni
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Era l’unico motivo per cui essere contenti quando si tornava dalle vacanze estive. Chi ci aveva pensati mentre eravamo al mare?
"C'è qualcosa per me?" una domanda tipica da Millenials
La letterina o la cartolina era lì da qualche parte, tra le bollette e le pubblicità.
“C’è qualcosa per me?” era la domanda che noi Millenials rivolgevamo ai nostri genitori.
E loro ben comprendevano (avendolo vissuto sulla propria pelle) le nostre palpitazioni davanti alla buca delle lettere condominiale.
La difficoltà semmai ce l’abbiamo adesso noi a spiegare alle nuove generazioni l’ansia dell’attesa di una lettera che potrebbe essersi persa, ma anche il piacere di ritrovare una calligrafia famigliare, magari accompagnata da cancellature e disegnini vari.
Perché messaggi istantanei e mail hanno mandato definitivamente nel dimenticatoio la carta da lettere, i francobolli e le cartoline con gli immancabili “saluti e baci” .
E così anche le rosse cassette delle poste vanno in pensione insieme alle cabine telefoniche.
Da Torino ne saranno tolte 850
Da Torino ne saranno tolte ben 850. "Era ora!" Dirà sicuramente qualcuno e in effetti non ha tutti i torti se si pensa che la corrispondenza cartacea è calata del 60% in soli 15 anni.
Quelle rosse sono in città dal 1961, l'età dunque è a tutti gli effetti pensionabile e infatti a breve verranno smantellate, ma non tutte.
Proprio come è capitato per le cabine telefoniche, alcune resteranno in zone strategiche: vicino alle stazioni ferroviarie, ai luoghi di interesse storico e alle poste.
Luogo, quest'ultimo, che è a sua volta a rischio basti pensare che in città recentemente sono stati chiusi ben 5 uffici postali. Dunque si capisce bene che, presto o tardi, il destino delle cassette sarà quello di sparire.
Ne resteranno qui e là magari una manciata, monumenti "vintage" di un passato ormai remoto e toccherà a noi spiegare a cosa servivano, quella sensazione di affidare i propri pensieri a qualcosa di fisico: la penna, la carta, poi la cassetta delle lettere con la doppia opzione, per la città? O per tutte le altre destinazioni? (Meglio non sbagliarsi). Infine le mani del postino. E quella speranza in fondo all’estate: “ti prego, fa che mi abbia scritto”.