Ciclista morto travolto da una Volante: "Subito limite dei 30 all'ora in città"
Ieri manifestazione spontanea di un gruppo di ciclisti sul luogo del tragico incidente.
Ciclista morto travolto da una Volante, ieri protesta di un gruppo di ciclisti sul luogo dell'incidente: "Ora limite dei 30 in tutta la città".
Ciclista morto
Si sta ancora cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente mortale di mercoledì sera a Torino. Vittima Francesco Convertini, designer di 33 anni di Locorotondo che viveva nel capoluogo Piemontese.
Il giovane è morto travolto da una Volante della Polizia mentre si trovava in sella alla sua bici.
Protestano i ciclisti
Ieri, il giorno dopo la tragedia, un gruppo di ciclisti ha organizzato una protesta. Sul luogo dell’incidente è stato affisso uno striscione e posizionati un mazzo di fiori e una bici proprio in memoria della vittima.
"Limite 30 all'ora in città"
Scrive Bike Pride Torino sulla sua pagina Facebook:
SIG. SINDACO, QUALE CITTÀ VUOLE?
Una fatta di ingorghi, o una in cui non si muoia camminando o pedalando?SUBITO CITTÀ 30KM/H.
Non possiamo più accettare che si muoia sulle strade.“Come collettività, possiamo accettare che delle persone, dei ragazzi, delle donne, degli uomini, dei bambini, possano #morire in strada mentre vanno al lavoro, a scuola, a fare spesa, a incontrare amici o andare a giocare con altre bambini al parco o mentre si spostano nella propria quotidianità, come è successo ieri sera in corso Regina Margherita?
Come società, Amministrazione e Istituzioni non possiamo permettere che sulla strada continui ad esistere #violenza da parte di chi guida mezzi più potenti e pesanti, incurante del fatto di poter causare molto più danno, molto più dolore, molta più morte?”, commenta Elisa Gallo, presidente di Fiab Torino Bike Pride e consigliera nazionale Fiab.
Le dinamiche della collisione che ha ucciso il ragazzo di ieri sera sono ancora da accertare, secondo le fonti ufficiali. Ma è certo che il ragazzo stava attraversando un viale su un attraversamento ciclopedonale, che prevede la precedenza di chi lo percorre in bicicletta.
L’associazione Fiab Torino Bike Pride non vuole giustificazioni o attenuanti.Serve un ribaltamento delle #responsabilità sulle nostre strade: chi è al volante di un’auto o di un veicolo più pesante dev’essere investito di maggior responsabilità rispetto a chi è su mezzi a due ruote o a piedi, perché una sua infrazione può causare un danno letale. E questo #cambiamento deve essere imposto e voluto dalle Amministrazioni e dalle Istituzioni, per poterci riappropriare degli spazi di incontro di vita.
Nell’ultimo mese altre persone sono state vittime di incidenti sulle strade, senza parlare di quegli incidenti “mancati” che tutte e tutti noi che camminiamo e pedaliamo per le strade viviamo ogni giorno.
L’obiettivo da raggiungere è ridurre la mortalità delle collisioni stradali e migliorare al contempo la #sicurezza dei cittadini e la vivibilità dei quartieri, con un beneficio per tutte le #persone, i veri abitanti della città.
“Nel 30% dei casi, le collisioni stradali sono causate dall’eccesso di velocità. La Consulta della mobilità ciclistica e moderazione del traffico invita quindi la Città a portare a 30 km/h la velocità massima dei mezzi a motore su tutte le vie del territorio comunale, ad eccezione dei grandi assi di scorrimento”, invita Diego Vezza, presidente della Consulta.
E nel rivolgere alla famiglia e agli amici le nostre condoglianze, non possiamo che immedesimarci in quel ragazzo, rimasto sulla strada senza vita.
Potevamo essere noi, io, il nostro amico, nostra figlia o nostra sorella.
La nostra mamma.Questo non è più accettabile, non lo possiamo più accettare come società. Perché non si può morire per il semplice motivo di aver scelto un mezzo di trasporto più “leggero” e sostenibile.
La domanda quindi al nostro Sindaco: quale #città vuole per i suoi cittadini e le sue cittadine?
Una intasata di auto, soffocata dall’inquinamento, di ingorghi, o una in cui camminare e pedalare non continui ad essere l’attività più rischiosa da fare nelle nostre strade?”, conclude Elisa Gallo.