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All'Università di Torino gli studenti scioperano contro il "sistema maschilista"

A sole poche ore dalla sospensione del professore di Filosofia e dall'arresto di un docente di medicina di UniTo per violenza sessuale

All'Università di Torino gli studenti scioperano contro il "sistema maschilista"
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Braccia incrociate, oggi, 12 febbraio 2024, all'Università di Torino. Ma stavolta a scioperare non sono lavoratori dell'ateneo, ma gli studenti:

"Lunedì 12 febbraio alle 10 a Palazzo Nuovo bloccheremo le lezioni, portando avanti uno sciopero universitario: solo attraverso la lotta collettiva infatti è possibile contrastare un modello marcio nelle fondamenta, affinché queste molestie non rimangano impunite: contro la violenza nei nostri atenei, è necessaria una nuova università in una nuova società!"

I corsisti di Palazzo Nuovo a Torino dicono basta ad un sistema che non li tutela. Così, dopo giorni di mobilitazioni, cortei,  confronti, è stato indetto anche uno sciopero.

Una sospensione e un professore ai domiciliari

A far esplodere la rabbia degli studenti un questionario che ha permesso la raccolta di centinaia di segnalazioni anonime: i racconti di chi è stata molestata fisicamente e verbalmente in ambito accademico. Due i professori accusati di molestie ai danni delle studentesse.

Il primo caso riguarda il docente di Filosofia Federico Vercellone sospeso dall'insegnamento per un mese per presunte frasi inopportune rivolte ad alcune studentesse.

Il Professore ha così così ribattuto a La Stampa:

 Solo battute, chiedo scusa se sono stato inopportuno.

Sono frutto di pura e assoluta fantasia le ipotesi che io abbia inviato foto a una studentessa, è ridicolo anche solo pensarlo.

Tutelerò la mia buona reputazione in ogni sede contro questa assurda caccia alle streghe.

E' finito agli arresti domiciliari invece l'ex direttore della Scuola universitaria di Medicina legale di Torino, Giancarlo Di Vella, accusato di aver molestato alcune specializzande e di aver manipolato i dati sulle attività formative della struttura per ottenere l'accreditamento accademico.

Proprio le indagini dei carabinieri del Nas di Torino sul numero delle autopsie svolte hanno permesso di imbattersi nelle testimonianze delle studentesse.

Secondo la Procura di Torino sarebbero cinque allieve che avrebbero subito le presunte attenzioni morbose. Mentre altre sei avrebbero stravolto la loro quotidianità per proteggersi (c'è chi ha iniziato ad assumere psicofarmici e chi andava nell'ufficio del Professore solo se accompagnata da un amico).
Le accuse al carico del docente vanno dallo stalking alla violenza sessuale, passando per le minacce.

La posizione del collettivo Cambiare rotta

Chiara la posizione del collettivo Cambiare rotta che oggi ha indetto lo sciopero:

Non possiamo parlare di casi isolati: quello con cui ci stiamo interfacciando come studentesse e studenti è, oggi come ieri, un modello le cui radici producono e permettono violenza, diffusa in tutta la società, e di conseguenza anche delle nostre università.
Così come rispetto alle molestie perpetuate dal professore di filosofia, riteniamo inaccettabile che lo sfruttamento dello status sociale privilegiato di soggetti in posizione di sicurezza sociale e economica diventi sistematicamente una legittimazione per prevaricazione, ricatti e molestie, all'interno di atenei dove la competizione e l'individualismo rendono sempre più difficile alzare la testa di fronte a episodi di violenza simili.
Rifiutiamo la retorica della "mela marcia", perché è lo stesso modello universitario a essere marcio: infatti oltre alle accuse di molestia e stalking, nei confronti del professore-primario (per la precisione primario alla Città della Salute, uno dei vanti di Torino in questo modello di "eccellenza") si aggiungono quelle di false autopsie, mancati corsi e gravi irregolarità sul posto di lavoro sempre attuati dallo stesso docente, per una vera e propria truffa mirata ad ottenere l'accreditamento rispetto all'eccellenza della Scuola di Medicina Legale di Unito, un'eccellenza da raggiungere a tutti i costi, legittimato dal suo statuto di professore e da un modello di ricerca e universitario sempre più competitivo.

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