Manifestazione No Tav: possibili disordini domenica 13
Il paese è militarizzato: la protesta del sindaco Rey (Lista Civica) e le minacce di scontro dei "disobbedienti"
Possibili disordini per la manifestazione No Tav domenica 13 dicembre 2020 in Val di Susa. Conta meno di mille abitanti il piccolo Comune di Giaglione, ma potrebbe diventare la capitale incontrastata della disobbedienza civile. (nella foto, l'immagine-simbolo della protesta No Tav in Val di Susa quando un'attivista baciò per provocazione il poliziotto in assetto da guerra)
Un paese "militarizzato"
Domenica 13 dicembre 2020 alle ore 11, gli attivisti No Tav vogliono manifestare la loro contrarietà al progetto di Alta Velocità tanto contestato negli anni scorsi. La presenza dei "disobbedienti" vuole essere una pubblica denuncia anche della troppo massiccia presenza di Polizia ed Esercito in questi giorni in Val di Susa:
"Saremo in manifestazione - hanno diramato i No Tav - a Giaglione per rispondere pubblicamente a quello che sta accadendo in questi giorni nella nostra valle. Un intero paese blindato e militarizzato con tanto di check-point per chi entra e chi esce, posti di blocco in giro per le strade e comportamenti intimidatori nei confronti degli attivisti".
Sono anche state segnalate azioni di violenza da parte delle Forze dell'Ordine, con uso di lacrimogeni sui manifestanti, sulle automobili dei passanti e sulle case dei residenti.
Anche il sindaco d'accordo
In merito alla manifestazione dei No Tav nel Comune di Giaglione ha preso parola anche il sindaco Marco Rey (Lista Civica):
“Siamo di fronte a uno spiegamento di forze, numero di agenti e mezzi che ci fanno sentire ospiti indesiderati a casa propria. Dalle 2 del mattino mi sono giunte segnalazioni di posti di blocco e presenza massiccia di Polizia. Tutti quelli che uscivano dal paese, o che vi entravano, sono giunti sul posto di lavoro in ritardo. Considerata l’ordinanza del Prefetto potremmo trovarci in questa situazione fino al 16 dicembre. Fra l'altro al Comune non sono giunte comunicazioni esplicative riguardo l’ingente spiegamento di forze”.
Il dissenso non è gradito
D'altronde, pare proprio che il dissenso nei confronti della famigerata linea ad Alta Velocità non sia gradito. Anche adesso che al Governo ci sono forze politiche che da sempre avevano avversato la Tav, salvo poi ripensarci fra mille distinguo. Insomma, la solfa non sembra cambiata: i treni ad alta velocità da Lione a Venezia si devono digerire ad ogni costo. E la Val Susa ne subirà le conseguenze maggiori. La manifestazione di domenica mattina, perciò, rischia di diventare il simbolo della protesta soffocata dal pugno di ferro. Come in passato, peraltro, era già avvenuto. I manifestanti, tuttavia, sembrano pronti anche alle conseguenze estreme dello scontro con la Polizia (che viene definita "truppe di occupazione"). I loro volantini e proclami si concludono con la frase esplicita "Portate gli scarponi".
No al progresso devastante
Contrastare la linea ad Alta Velocità, però, è ben altro e molto più che dire no al treno da Torino a Venezia. Anzi, si tratta di una scelta di vita che antepone persona e ambiente al progresso forzato. Sempre i No Tav:
"Un popolo determinato fa paura. Dopo che per trent’anni ha gridato il proprio NO sempre a viso aperto. Consapevole che non si tratta solo di un treno, ma di un modello di società che lascia soli i più deboli e devasta i territori per l’interesse ed il tornaconto di pochi. Quanto sta succedendo in questi giorni è la sintesi più bieca di quello che diciamo da tempo: questo Stato per difendere gli interessi dei soliti noti tratta i suoi cittadini da nemici interni. Appuntamento domenica 13 dicembre alle 11, in un paese assediato dalle truppe di occupazione. Portate scarponi e pranzo al sacco!"
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