Piemonte arancione da domenica. Cirio: "Seconde e terze medie restano a casa"
Il governatore invita alla prudenza e sceglie di far proseguire la Dad agli studenti delle medie, che da settimane sono sul piede di guerra.
Da domani, domenica 29 novembre 2020, il Piemonte cambia nuovamente colore e da rosso diventa arancio. Nella giornata di ieri la conferma. Ma sarà un arancio con qualche virata rossa...Come è noto infatti le Regioni hanno facoltà di imporre ulteriori restrizioni e il governatore Cirio (in copertina con la figlia prima di andare a scuola qualche mese fa) ha intenzione di utilizzare questa discrezionalità con le classi seconde e terze delle scuole medie. Per loro, infatti, proseguirà la Didattica a Distanza.
Il Piemonte diventa arancio, ma le medie restano a casa
Alberto Cirio ha così motivato la sua scelta di non riaprire le scuole:
"Una scelta improvvida e assurda. Dovremo rimandare i nostri ragazzi a scuola col rischio di una possibile infezione, visto il problema trasporti, a pochi giorni dalle feste di Natale quando potrebbero poi contagiare i propri cari, è una scelta di puntiglio che non aiuta nessuno ed espone a un grande rischio”.
Invito alla prudenza ribadito anche su Facebook quando ha annunciato il declassamento a fascia arancio:
Da domenica 29 il Piemonte sarà in zona arancione. Me lo ha appena confermato il ministro della salute Speranza. Una notizia positiva che è il frutto di tanti sacrifici dei piemontesi e del grande lavoro dal nostro sistema sanitario. Questo è un passo importante perché permetterà a molte nostre attività commerciali di riaprire già da questa domenica, ma che dobbiamo vivere con grande senso di responsabilità. Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro. La strada è quella giusta, continuiamo a percorrerla insieme con senso di responsabilità e prudenza.
E Anita?
Una manciata di giorni fa il governatore era sceso in piazza Castello ad ascoltare le ragioni di Anita e di tanti altri studenti contrari alla Dad che hanno protestato, incuranti del freddo.
"Siamo qui per chiedere alle istituzioni il rispetto per noi studenti e per il mondo della scuola in generale. Si parla di un ritorno a scuola, ma noi vogliamo garanzie e sicurezze. Hanno avuto moltissimo tempo per riorganizzare le lezioni e, in particolare, per mettere in sicurezza il sistema dei trasporti, e invece nulla è stato fatto. Così ci ritroviamo costretti a un sistema di insegnamento che oltre a non essere in presenza, come riteniamo giusto debba essere, costringe tutti gli studenti a sacrifici”.
Per ora il rientro in classe è rimandato: la questione si rivaluterà dopo le vacanze di Natale.
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