Rifiuti radioattivi, concessa la proroga per presentare le osservazioni contro il deposito
Federico Fornaro (Leu) e Riccardo Molinari (Lega) sulle barricate a Montecitorio per dilazionare i tempi e far "respirare" le comunità.
Buone notizie per i Comuni interessati al deposito di rifiuti radioattivi: c'è una proroga e quindi più tempo. Approvato alla Camera dei deputati un emendamento del deputato Federico Fornaro (circoscrizione Piemonte 2 - Liberi e Uguali) che proroga da 60 a 180 giorni il termine per la presentazione delle osservazioni alla Carta dei siti individuati come potenzialmente idonei ad ospitare il Deposito nazionale delle scorie nucleari.
La vicenda, si ricorderà, è nota soprattutto in Piemonte: l'azienda che si occupa per conto dello Stato di gestire i rifiuti nucleari ha individuato in due zone della provincia di Torino i siti per costruire il deposito di scorie radioattive. Si tratta di Carmagnola e della zona compresa fra Mazzè e Rondissone. Ovviamente immediato l 'allarme fra istituzioni e popolazioni locali, che contestano la scelta. Ci sono state mobilitazioni, Consigli comunali (online) aperti e petizioni di protesta con migliaia di firme raccolte. I parlamentari piemontesi avevano promesso di occuparsene ed ora arriva il primo punto a favore: prorogati i termini per presentare le osservazioni contro il progetto.
Più tempo per opporsi
Più tempo dunque. Lo avevano chiesto a gran voce i Comuni nel corso degli incontri informativi del Tavolo per la trasparenza e partecipazione nucleare, convocato dall’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati, per la presentazione della Cnapi, la Carta Nazionale dell’aree potenzialmente idonee (pubblicata da Sogin il 5 gennaio 2021 con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente) ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato quindi questo emendamento di Leu che dà ai Comuni 180 giorni, anziché 60, per produrre le loro osservazioni. “Sono state ascoltate le richieste di Enti locali e Regioni”, commenta l’assessore Marnati.
I Comuni che... "tremano"
In Piemonte sono otto le zone individuate di cui sei in provincia di Alessandria (Oviglio, Castelletto Monferrato-Alessandria-Quargnento, Fubine-Quargnento, Bosco Marengo-Frugarolo, Castelletto Bormida-Sezzadio e Bosco Marengo-Novi) e due in provincia di Torino (Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola). Va anche detto peraltro che, sempre in Piemonte, ci sono già grandi siti di stoccaggio radioattivo a Saluggia (Vercelli), Trino (Vercelli) e Bosco Marengo (Alessandria). Anche il seminario nazionale, propedeutico alla stesura della nuova carta, si svolgerà dopo 240 giorni, e non 120.
La battaglia della Lega
Anche la Lega ha sostenuto una dura battaglia in difesa delle comunità locali piemontesi interessate da questa vicenda. In particolare il deputato Riccardo Molinari ha presentato pure un emendamento in materia. Ecco le sue dichiarazioni:
"Sono state individuate aree, in provincia di Torino e nell’Alessandrino, che mostrano forti controindicazioni, perché densamente popolate, e limitrofe ad attività economiche di tipo agricolo ed enogastronomico, di assoluto pregio. Pensiamo in particolare al sito Unesco Langhe Monferrato, e ad aree con vocazione agricola di pregio come le Terre dell’Erbaluce. E’ quindi assolutamente positivo fornire alla popolazione ampie garanzie in termini di sicurezza, e per dare garanzie agli enti territoriali sulle effettive compensazioni economiche e di riequilibrio ambientale e territoriale".
Sembra positiva dunque questa proroga nella vicenda dei rifiuti radioattivi.