Ipotesi di voto

Elezioni Torino 2021: a chi andrà lo "zero-virgola" dei partitini nell'ipotesi ballottaggio

Fra gli esclusi molti simboli comunisti che confluiranno ovviamente nel paniere di sinistra e centrosinistra. Svantaggiato Damilano, ma il 9% della Sganga...

Elezioni Torino 2021: a chi andrà lo "zero-virgola" dei partitini nell'ipotesi ballottaggio
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Elezioni Torino 2021: ipotesi in vista del ballottaggio. Archiviata l'ufficialità dello spoglio e degli scrutini è ora tempo di scenari politici futuri. Si guarda al ballottaggio con qualche ansia da parte dei diretti interessati, che si pongono la stessa domanda: chi appoggeranno i candidati sindaco esclusi dal secondo turno? I loro elettori voteranno? Certo, fatta eccezione per Valentina Sganga del M5S, si tratta di briciole (le percentuali vanno dal 2,5% allo 0,08%) ma pur sempre in grado di spostare la bilancia in caso di rush finale all'ultima scheda.

I protagonisti al ballottaggio

I due protagonisti del ballottaggio, Stefano Lo Russo e Paolo Damilano, vorranno quindi corteggiare queste liste secondarie? O faranno finta di niente e proseguiranno senza cercare apparentamenti? C'è da dire subito una cosa: l'unica candidata esclusa in grado di dire credibilmente la sua spostando gli equilibri sarebbe la grillina Sganga. Ha il 9% dei consensi al primo turno e potrebbe far vincere uno o l'altro solo con un cenno della mano: votate di qua, e il Consiglio comunale cambia subito colore. Peccato che i cinquestelle abbiano già detto più volte a chiare lettere che loro col Pd non vogliono averci a che fare. "Mai col Pd" rimane il refrain per una volta mantenuto, almeno a Torino (e anche a Roma con Virginia Raggi). Quindi il Movimento dell'avvocato Giuseppe Conte e dell'ex-comico Beppe Grillo non dà indicazioni di voto ai propri elettori. La speranza di sinistra e centrosinistra, ovviamente, è che i pentastellati decidano di votare contro il centrodestra per partito preso. Ma a Torino non sarà facile convincere il M5S locale ad archiviare anni e anni di affronti, litigi, attacchi anche personali.

La Appendino: "Mai col Pd"

Lo ha ribadito la sindaca uscente Chiara Appendino senza peli sulla lingua: "Ci collochiamo all'opposizione. Avevamo provato a cucire un'alleanza, ma il Pd ha chiuso la porta. (...) I cittadini non sono pacchetti di voti". Come dire: chiunque vinca per noi è il nemico. Quindi? Le sorti delle elezioni torinesi sono nelle mani dei vari "zero-virgola" rimasti come briciole sul tavolo degli scrutatori. Cominciamo ad analizzare qualcuno di questi esclusi (alcuni di loro forse non entreranno neanche in Consiglio comunale). Partiamo dal più votato (sempre Sganga esclusa, di cui si è abbondantemente parlato) che è Angelo D'Orsi: uno che non ha problemi a definirsi chiaramente "di sinistra" visto che i suoi simboli riportano come niente fosse la falce e il martello di sovietica memoria. D'Orsi ha racimolato ben ottomila voti (il 2,53%) buona parte dei quali confluirà nel serbatoio del Pd magari con qualche promessa di collaborazione politica futura.

Molti i simboli comunisti

Avanti scendendo: Ugo Mattei della lista civica Torino Futura conta sul 2,32% dei consensi al primo turno e la sua posizione potrebbe virare pure sul centrosinistra (figlio di partigiani, per anni ha lavorato al quotidiano comunista "Il Manifesto"). Poi c'è  Ivano Verra, lista ItalExit con Paragone, che porterà forse il suo 0,84% verso il lido del centrodestra (ma non è detto). Quasi scontato invece che lo 0,7 di Davide Betti finisca nel frigorifero di Lo Russo e del Pd visto che le liste a sostegno del candidato escluso sono il Partito Gay e Animalisti. Giusepppina di Cristina, con lo 0,66% della lista Partito Comunista con Marco Rizzo, gli farà probabilmente compagnia preferendo di gran lunga la sinistra al centrodestra. Ci sono poi anche i no-vax con la lista 3V di Paolo Alonge che totalizza un misero 0,52% ossia circa 1.600 voti pronti a confluire probabilmente nel serbatoio di Damilano.

Sempre più in basso, troviamo Roberto Salerno (0,28%) della lista Movimento Ambientalista Torino probabilmente più vicino al centrosinistra e ai Verdi che non a Lega o Forza Italia. Lorenzo Varaldo (Divieto di Licenziare) ha totalizzato solo lo 0,17% e pure lui potrebbe alla fine preferire il centrosinistra. Il Partito Comunista dei Lavoratori con i suoi 384 voti (0,12%) non vedrà il proprio portabandiera Massimo Chiesi in Consiglio ma qualcuno dei suoi elettori potrebbe decidere di andare alle urne lo stesso per favorire il Pd. Infine, Emilio Mazza (Torino Capitale) sposterà pochissimo con lo 0,08% e i suoi miseri 15 voti del primo turno potrebbero polverizzarsi senza essere decisivi.

Decisivo il 9% della Sganga

Stando così le cose, in questo futuribile scenario, avremmo Lo Russo già avanti con il suo perentorio 43,9% affiancato dai vari D'Orsi, Mattei e compagni che potrebbero dargli un ulteriore +6% (facendo la tara di qualche spicciolo che magari si perde per strada). Damilano invece, che dovrebbe rimontare, avrebbe una misera iniezione di fiducia dell'1,3% circa. Si vede ben chiaro che sarà davvero il 9% della Sganga a decidere chi sarà il prossimo sindaco. Staremo a vedere, si vota fra 15 giorni.

Queste dunque le ipotesi più accreditabili in vista del ballottaggio per le elezioni di Torino 2021.

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