Dopo i colloqui Salvini-Meloni

Elezioni comunali: il centrodestra frena su Damilano?

La coalizione nazional-identitaria potrebbe trovare qualche difficoltà a Milano e Roma per le candidature, mentre Torino è sempre sembrata un passo avanti. L'idea è condurre la campagna elettorale in modo univoco.

Elezioni comunali: il centrodestra frena su Damilano?
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Elezioni comunali di Torino, clamorosa frena ta del centrodestra: il candidato sindaco Paolo Damilano pare sia stato messo provvisoriamente in stand-by dopo i colloqui romani sulle Amministrative fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

I colloqui Salvini-Meloni

I due leader di riferimento del centrodestra hanno infatti deciso di preparare meglio le campagne elettorali nelle grandi città al fine di assicurarsi la vittoria ovunque, e in quest'ottica non si poteva dare uno "stop" solo per alcuni concedendo il via libera ad altri. Per la verità i problemi più grossi per l'accoppiata nazional-identitaria pare si registrino a Roma e Milano, mentre Torino è sempre parsa una città più "facile" da conquistare.

Il capoluogo piemontese, infatti, presenta alcune condizioni che avvantaggiano senza dubbio la coalizione salviniana: la sindaca uscente Chiara Appendino non si ricandida; gli avversari più quotati (Pd e M5S) si presentano divisi al primo turno; il personaggio prescelto (Damilano) è di spessore e vanta ottimo appeal anche presso l'elettorato dei cosiddetti indecisi; il trend dei sondaggi dà per buoni Fratelli d'Italia e la Lega a discapito per esempio dei Cinquestelle (che pagano anche l'improvvida uscita video di Beppe Grillo sullo stupro multiplo). Insomma, Torino sembrava a posto e tranquillamente avviata verso una campagna elettorale "facile" (o quantomeno meno difficile rispetto alle altre grandi città chiamate al voto). Ma adesso c'è questa sorta di... "fumata grigia", anche se fonti parlamentari vicine alla Lega escludono qualsiasi ripensamento: "Damilano a Torino è il candidato ufficiale" ripetono i soliti ben informati.

Verso un asse con Milano

Damilano, si diceva, è un personaggio di spicco con un posto di alto livello nell'imprenditoria piemontese. Dal 1997 è alla guida della Cantina di Barolo insieme ai suoi fratelli. Inoltre, si occupa anche del mercato delle acque minerali, con i marchi "Sparea" e "Valmora". Ha contribuito a far rivivere luoghi che hanno fatto la storia di Torino, come il "Pastificio Defilippis", uno dei più antichi d’Italia, e il "Bar Zucca", che per più di cinquant’anni è stato un punto di ritrovo. Ha anche aperto un ristorante stellato: il "Massimo Camia Ristorante".

Se è vero che il curriculum di Damilano è tutto piemontese, è anche vero che egli vorrebbe instaurare una nuova alleanza privilegiata con Milano e la Lombardia. Questo anche in ragione del peso sempre maggiore che Milano riveste nei progetti condivisi con il Piemonte. Certo che, se anche nel capoluogo meneghino dovesse vincere il centrodestra, si formerebbe un asse politico-amministrativo formidabile. Per adesso però il centrodestra frena Damilano, anche se al 90% dovrebbe essere lui il candidato giusto per Torino.

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