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Dove sorgerà il Deposito nazionale unico? ll video che risponde alle 9 domande sui rifiuti radioattivi

Il geologo Andrea Moccia, sul proprio canale YouTube, è intervenuto sul delicato argomento tanto dibattuto in questi ultimi giorni.

Dove sorgerà il Deposito nazionale unico? ll video che risponde alle 9 domande sui rifiuti radioattivi
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Andrea Moccia, geologo, in un video sul suo canale YouTube chiamato “Geo Pop” (progetto di divulgazione scientifica con il quale racconta la scienza della Terra nella vita di tutti i giorni), ha provato a chiarire il delicato tema relativo all’individuazione di un Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi. Facendo riferimento alle principali fonti che si sono occupate del problema di trovare un sito di stoccaggio comune per tutta l’Italia, il geologo ha risposto a 9 quesiti che un po’ tutti quanti si sono posti dopo che è stata svelata la Cnapi (Carta delle aree potenzialmente idonee) e allo stato di confusione e polemica prodotto dalla notizia.

Il video che risponde alle 9 domande sui rifiuti radioattivi

IL FILMATO INTEGRALE

  • Che cosa sono i rifiuti radioattivi?

Quando si pensa ai rifiuti radioattivi, l’associazione che viene subito fatta porta a pensare a materiali di scarto che arrivano direttamente dalle centrali nucleari, ma questo tipo di pensiero risulta incompleto. Con questo termine si va anche ad indicare tutti i rifiuti radioattivi che arrivano dagli ospedali, dai laboratori di ricerca. Per esempio la radio-immunologia e la radio-terapia producono rifiuti radioattivi.

In parte anche l’industria agroalimentare, i controlli di produzioni industriale generano questo tipo di scarti radioattivi. Sono tantissimi e diversificati i settori che hanno a che fare con questo tipo di rifiuti, i quali vengono prodotti tutti i giorni da tutte le regione italiane.

Questi rifiuti, come riportato dal decreto ministeriale del 7 agosto 2015, non sono tutti uguali e vengono classificati secondo cinque classi con livello di pericolosità crescente:

  1. Rifiuti radioattivi a vita media molto breve
  2. Rifiuti radioattivi di attività molto bassa
  3. Rifiuti radioattivi di bassa attività
  4. Rifiuti radioattivi di media attività
  5. Rifiuti radioattivi di alta attività

 

Andrea Moccia
  • Che tipo di rifiuti radioattivi dobbiamo andare a stoccare? Di quale categoria?

Sul sito “Deposito Nazionale“, è specificato quanti e quali rifiuti radioattivi conterrà il deposito nazionale italiano.

Si parla di 78mila metri cubi, di cui 50mila metri cubi dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica e 28 mila metri cubi dagli impianti nucleari di ricerca e dai settori della medicina nucleare e dell’industria.

In questo deposito nazionale sarà compreso anche il CSA (Complesso Stoccaggio Alta attività) per lo stoccaggio di lungo periodo di circa 17mila metri cubi di rifiuti radioattivi a media e alta attività. Tutte le categorie saranno quindi conservate all’interno di questa struttura.

  • Si tratta solo di rifiuti italiani o anche di altri paesi europei?

Su questo tema, il sito “Deposito Nazionale” chiarisce che i rifiuti radioattivi che andranno immagazzinati saranno esclusivamente materiali di scarto italiani e non arriveranno da nessun altro tipo di paese europeo.

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  • Concretamente, come verranno conservati questi rifiuti radioattivi?

La questione è specificata in modo dettagliato e chiaro (come definito dall’immagine sottostante). I rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività saranno conservati attraverso quattro step successivi di prevenzione. Condizionati con matrice cementizia (prima barriera) verranno trasportati al Deposito Nazionale in contenitori metallici, i manufatti. In seguito, tali contenitori saranno inseriti e cementati in moduli (seconda barriera) di calcestruzzo speciale (3 m x 2 m x 1,7 m), progettati per resistere almeno 350 anni.  Tali moduli verranno a loro volta inseriti in celle (terza barriera) di cemento armato (27 m x 15,5 m x 10 m) anch’esse progettate per resistere almeno 350 anni. Una volta riempite, le celle verranno sigillate e rivestite con una collina artificiale (quarta barriera) in grado di prevenire l’infiltrazione dell’acqua.

Le quattro tipologie successive di prevenzione

In attesa della disponibilità di un deposito geologico, i rifiuti a media e alta attività saranno stoccati in sicurezza all’interno di una diversa struttura di deposito temporaneo, denominata CSA (Complesso Stoccaggio Alta attività) collocata sullo stesso sito del Deposito Nazionale. I residui radioattivi e i materiali nucleari a media e alta attività saranno stoccati in appositi contenitori altamente schermanti, quali ad esempio i cask, specifici contenitori qualificati al trasporto e allo stoccaggio, capaci di resistere a sollecitazioni estreme sia meccaniche che termiche (urto e incendio).

  • Non possiamo lasciare i rifiuti radioattivi dove sono senza dover costruire questo deposito?

La risposta è semplice. Al momento questi rifiuti radioattivi sono stoccati in maniera temporanea. Ciò vuol dire che non sono conservati in involucri preventivi come previsto dal Deposito Nazionale. Trasferire questi materiali di scarto da un tipo si stoccaggio temporaneo ad uno definitivo è essenziale per ridurre il rischio annesso a questi rifiuti per l’ambiente e per la salute dell’uomo.

  • Dove si trovano questi rifiuti?
La mappa dei siti di stoccaggio provvisorio sparsi in tutta Italia

Al momento sono decine i siti di stoccaggio provvisorio sparsi in tutta Italia, soprattutto al Nord. La tabella sottostante specifica il quadro generale di cosa è stoccato (attività bassa, media e alta) e dove è stoccato. Tutti i rifiuti presenti in questi siti italiani verranno presi e messi nel Deposito Nazionale.

Quadro generale di cosa è stoccato e dove
  • Ma quindi dei 67 siti proposti solo uno sarà scelto?

Il Deposito Nazionale sarà solo uno. Dei 67 luoghi indicati dalla Cnapi governativa, solamente uno verrà individuato come sito finale. Nella provincia di Torino, le aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale sono l’area di Carmagnola e un’area fra Caluso, Mazzé e Rondissone.

I siti piemontesi fra i 67 in lizza
  • Perché va costruito in Italia il deposito e non in un altro paese dove ci sono le condizioni geologiche migliori?

Il deposito va costruito in Italia perché l’Unione Europea ha stabilito che i rifiuti radioattivi generati da un paese vanno stoccati in quel paese. Cosa interessante è che alcuni stati membri della Ue, tra cui l’Italia, potranno prendere parte ad un progetto comune che vede l’identificazione di un sito di stoccaggio profondo e geologico per i rifiuti ad alto rischio.

  • Quali sono stati i criteri di selezione per individuare i luoghi dove sarà possibile costruire un Deposito Nazionale?

Alla base di tutto c’è stato un intenso studio tecnico di carattere geologico, territoriale, geotecnico e ingegneristico. Sul sito “Ispra“, c’è un documento redatto dall’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nel 2014 dove sono indicati tutti i criteri di esclusione e di approfondimento relativamente alla scelta dei siti di stoccaggio. Sono quindi da escludere le aree:

  • Vulcaniche attive o quiescenti
  • Contrassegnate da sismicità elevata
  • Interessate da fenomeni di fagliazione (dove ci sono delle faglie)
  • Caratterizzate da rischio e pericolosità geomorfologicaidraulica e le fasce fluviali
  • Zone ubicate sopra i 700 metri di altitudine
  • Zone con pendenza media maggiore del 10%

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