Protesta in piazza dei maestri di sci, Cirio li appoggia
I lavoratori del comparto montano: in piazza contro il Dpcm del Governo. Dalla Regione subito 2.000 euro a testa.
Protesta dei maestri di sci: sono scesi in Piazza Castello a Torino per contestare contro la chiusura delle piste e degli impianti. E per chiedere ristori, che vuol dire risarcimenti. Chi pensa alla questione "settimana bianca" come ad un futile pretesto o una semplice occasione di svago, approccio condannabile in tempi di pandemia e decessi, dimentica una cosa: dietro a ogni sciata ci sono famiglie che campano grazie ai lavoratori del settore.
Centinaia di persone in corteo
La manifestazione ha visto partecipare centinaia di persone, molte delle quali addirittura con gli sci (rumorosi) ai piedi. L'idea di lanciare anche un hashtag (#neveinpiazzacastello), ha contribuito a far girare ancor più l'appello. Alla fine l'iniziativa ha visto partecipare centinaia di maestri che si sono riuniti davanti al Palazzo della Regione. Tante le tute colorate in piazza, con il supporto ed il sostegno dei rappresentanti di Ascom e Federalberghi. Ha preso la parola anche il sindaco di Sestriere Gianni Poncet e presidente Amsao (Associazione Maestri di Sci Alpi Occidentali). "La situazione è gravissima, non solo per noi in Piemonte ma per l'intera economia montana del Paese". Le istituzioni, chiedono i rappresentati di 85 scuole (con circa 3.000 maestri coinvolti) devono sostenere tutti i professionisti dello sci, ma anche il sistema montagna inteso come comparto turistico.
Cirio capo-popolo col megafono
Anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha condiviso la protesta dei maestri di sci. Anzi, di più: ha preso in mano un megafono vestendo i panni del "capo-popolo" scendendo in mezzo al corteo per arringare la folla.
“Queste persone – ha detto – chiedono solo di poter lavorare. Lo sci non è solo sport e divertimento per gli utenti, ma è un vero e proprio mestiere per chi lavora nel settore. Non dimentichiamolo. Come Regione faremo sicuramente la nostra parte - ha detto - e daremo 2.000 euro ad ogni maestro di sci, come bonus per i mancati incassi dei 15 giorni delle vacanze di Natale. Le piste dovranno essere operative da gennaio perché la neve è il primo indotto turistico del Piemonte. Vogliamo riaprire, ma riaprire per sempre, senza più l'incubo dei lockdown”.
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