Doccia fredda

Confermati i licenziamenti per i 400 lavoratori ex-Embraco

Tremano i siti produttivi a Riva di Chieri e Belluno: la curatela non ha risorse per garantire la cassintegrazione, il 22 luglio partono le lettere.

Confermati i licenziamenti per i 400 lavoratori ex-Embraco
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Bruttissime notizie per i lavoratori ex-Embraco: confermati i licenziamenti. Proprio in un momento in cui sembrava di poter vedere la luce in fondo al tunnel e si respirava un cauto ottimismo dopo gli incontri della scorsa settimana a Roma, arriva la doccia fredda. E' ufficiale: dal 22 luglio 2021 finisce la cassintegrazione e ci sarà libertà di licenziare.

Fra Riva di Chieri e Belluno

Quindi i 398 posti a rischio nello stabilimento di Riva di Chieri sono ormai dati per spacciati. Più un'altra novantina, strettamente correlati al progetto Italcomp, della Wanbao di Mel (Belluno). D'altronde, la lettera scritta in tutta fretta ieri al ministro del Lavoro Andrea Orlando da parte di sindacati e Regione Piemonte non faceva presupporre niente di buono: "Il curatore fallimentare - è la sintesi della lunga missiva che PrimaTorino ha pubblicato integralmente - non ha risorse per garantire la Cgis, urge un intervento del Ministero subito".

Oggi la fumata nera, dopo l'ennesimo incontro fra le parti per trovare una quadra che, evidentemente, non c'è. Ecco il testo della nota sindacale diramata nella serata di ieri:

"Mancato accordo oggi tra Fim, Fiom, UIlm e Uglm e curatela fallimentare di Ventures Torino al tavolo convocato dall'assessore regionale del Lavoro (Elena Chiorino, ndr). Restano confermati i licenziamenti dei lavoratori ex-Embraco che partiranno il 22 luglio al termine degli ammortizzatori sociali. (...) Prediamo atto che il curatore Gilli e la curatela smentiscono le dichiarazioni del Ministero del Lavoro rispetto alla richiesta per Cassa Covid per 400 lavoratori ex-Embraco. La procedura di licenziamento collettivo si chiude con un mancato accordo e questo significa che partiranno le lettere per i licenziamenti collettivi. (...) La curatela del fallimento non intende chiedere la Cassa Covid. Deve intervenire il Governo e confermare quanto affermato nell'incontro di venerdì".

400 persone in mezzo alla strada

Dopo l'appello all'Esecutivo, i sindacalisti rimarcano i sacrifici dei lavoratori in questi ultimi anni:

"Non è accettabile avere 400 persone in mezzo alla strada dopo tutti i sacrifici di questi anni. Chiamiamo tutti i soggetti, per primo il Governo, alle proprie responsabilità. (...) Il Mise e il Ministero del Lavoro dimostrino di credere al progetto Italcomp dando la possibilità di prorogare la Cassa (...). Se così non fosse vuol dire che si stanno prendendo in giro per l'ennesima volta i lavoratori e questo non è più accettabile. E' incredibile che solo oggi si è convenuto che solo di fronte ad atti formali il curatore possa bloccare la procedura. Intanto i lavoratori vagano in uno stato di confusione".

Il destino degli oltre 400 fra Riva di Chieri e Belluno dunque sembra segnato: fino al 22 luglio stipendio garantito (ma ridotto) per la cassintegrazione; dal 23 luglio licenziamenti collettivi. Il che vuol dire disoccupazione.

C'è ancora margine per una soluzione? Certo mancano tre mesi alla data fatidica ma, viste le reazioni soprattutto da parte della curatela fallimentare, le speranze sembrano ridotte al lumicino. A meno che non intervenga pesantemente qualche investitore internazionale a "pompare liquidi" con soldi cash per garantire finalmente il prosieguo dell'ambizioso progetto Italcomp. Altrimenti saranno confermati i licenziamenti per i lavoratori ex-Embraco.

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