Resilienza culturale

"Quello che gli egizi non dicono" seduce i social: i musei torinesi provano a resistere con il digitale

Non soltanto il Museo Egizio...i Musei Reali, il Teatro Stabile, Artissima: tutti al lavoro per offrire contenuti social accattivanti e non perdere il contatto con il pubblico.

"Quello che gli egizi non dicono" seduce i social: i musei torinesi provano a resistere con il digitale
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Il virus ha colpito, e forte, il comparto culturale del Paese. Si tenta di mantenere un filo diretto con le persone attraverso il digitale, soprattutto i social. Le istituzioni culturali torinesi non hanno fatto eccezione e si sono messe in gioco in tal senso.

Le lezioni Egizie

Un museo che sta riscuotendo grande successo è quello Egizio; del resto il binomio tra Museo Egizio e città di Torino è ormai consolidato da decenni. Senza contare il fascino che la cultura egizia, con tutti i suoi misteri e le sue incredibili scoperte, esercita sistematicamente. Intrigante la prima puntata, andata in onda il 16 novembre: "Quello che gli egizi non dicono" proprio in diretta dalle sale del museo su Radio Ohm; è possibile recuperarla e seguire anche le successive. Basta rimanere connessi con i profili social del museo.

Sono state molto apprezzate anche "Le Passeggiate del Direttore" durante lo scorso lockdown, a conferma che la formula funziona.

Museo del Cinema e Artissima

Ci prova anche il Museo del Cinema, che ha lanciato, per esempio, una serie di approfondimenti sui mestieri del cinema in occasione della mostra UN SET ALLA MODA curata da Domenico De Gaetano. Intriganti anche i virtual tour pensati da Artissima.

Attivo anche lo Stabile e i Musei Reali

Non molla nemmeno il Teatro Stabile di Torino, che continua ad aggiornare sistematicamente i social per tenere vivo il rapporto con i tanti estimatori. Così come i Musei Reali di Torino che spaziano da immagini d'archivio, eventi, retroscena e video.

Sicuramente fra coloro che sono riusciti a "inventarsi" contenuti social più coinvolgenti spicca il team del Museo Egizio, ma tutte le istituzioni culturali torinesi stanno regalando chicche intriganti attraverso l'unica modalità attualmente concessa: quella digitale.

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