World Press Photo

La mostra di fotogiornalismo più importante al mondo torna a Torino

Tra gli italiani selezionati c'è anche il torinese Fabio Bucciarelli, classe 1980, con un servizio realizzato per L’Espresso sulle proteste in Cile.

La mostra di fotogiornalismo più importante al mondo torna a Torino
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Per il quarto anno consecutivo torna a Torino World Press Photo, la mostra di fotogiornalismo più importante al mondo giunta alla 63esima edizione.

Numeri da capogiro

Ogni anno i fotoreporter delle maggiori testate editoriali internazionali partecipano al concorso di fotogiornalismo in 8 diverse categorie (ContemporaryIssues, Environment, General News, Long-TermProjects, Nature, Portraits, Sports, Spot News) proprio per essere esposti all'interno di questa mostra. Quest'anno la giuria internazionale ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. In finale sono arrivati 44 fotografi provenienti da 24 paesi.

157 immagini raccontano il nostro mondo

La mostra che apre al pubblico a partire da sabato 10 ottobre presenta le 157 immagini realizzate dai finalisti dell’edizione 2020. Tra queste, Straight Voice che si è aggiudicata il premio World Press Photo of the Year 2020, del giapponese Yasuyoshi Chiba dell’agenzia Agence France-Presse. La fotografia - realizzata a Khartum nel giugno del 2019 da Yasuyoshi Chiba, dopo il colpo di stato militare contro Omar al-Bashir – ritrae un ragazzo, illuminato dalla luce dei telefoni cellulari, che in una manifestazione in Sudan recita una poesia di fronte ad altre persone che lo applaudono. “Nell’immagine vediamo un giovane che non sta sparando, che non sta lanciando sassi, ma recitando una poesia – ha dichiarato Lekgetho Makola, presidente della giuria del premio -. In un periodo come quello in cui viviamo, pieno di violenza e conflitti, è importante avere un’immagine che ispiri le persone”.

Un torinese tra gli italiani selezionati

Tra gli italiani selezionati (sono sei) c'è anche il torinese Fabio Bucciarelli, classe 1980, con un servizio realizzato per L’Espresso sulle proteste in Cile, iniziate a ottobre 2019 dopo l’approvazione di una legge sull’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana della capitale e proseguite per denunciare soprattutto le forti disuguaglianze economiche e sociali del paese.

 

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