sciopero nazionale

Il teatri lirici di tutta Italia incrociano le braccia: a rischio la prima recita de La bohème al Regio di Torino

Lo sciopero è stato organizzato a causa del persistente stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale del personale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche

Il teatri lirici di tutta Italia incrociano le braccia: a rischio la prima recita de La bohème al Regio di Torino
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Opera e balletto a rischio da domani a non si sa quando. La Fondazione Teatro Regio di Torino mette le mani avanti avvisando il suo pubblico che, in seguito all’adesione dei lavoratori del Teatro allo sciopero nazionale indetto per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro delle Fondazioni lirico sinfoniche, la prima recita de La bohème prevista per domani, 21 ottobre 2023, potrebbe saltare.

Lo sciopero nazionale

Lo sciopero è stato organizzato a causa del persistente stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale del personale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. Da quasi 20 anni, infatti, il contratto collettivo nazionale per i lavoratori del settore è rimasto fermo e, secondo i dati Istat, ha perso quasi il 35% di potere di acquisto.

In una nota stampa congiunta di Cigl, Cisl e Uil  si legge:

I dipendenti dei Teatri italiani sono esasperati da questa situazione stagnante, impregnata di burocrazia che impedisce alle parti sociali di avere una regolare trattativa di rinnovo.

I sindacati del settore hanno programmato una serie di scioperi che coinvolgeranno le prime di ogni teatro italiano a partire da domani.

Quello che viene chiesto è

Un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni competenti e con l'associazione datoriale Anfols per raggiungere un accordo che dia risposte adeguate alle richieste dei lavoratori e permetta di porre fine a questa situazione di stallo contrattuale.

Prevista una nuova data o i rimborsi per il pubblico

Essendo ancora in corso trattative a livello nazionale la Fondazione ha fatto sapere che verranno comunicate, appena possibile, eventuali modalità di spostamento ad un'altra data dello spettacolo o di rimborso.

Sicuramente una notizia che si spera abbia sollevato l'umore di chi si stava preparando a godersi la storia d'amore tra Mimì e Rodolfo.

La bohème di Puccini

La bohème di Puccini è fra le tre opere più rappresentate al mondo. Molto amata dal pubblico fin dal debutto torinese nel 1896.
Il libretto, ambientato a Parigi intorno al 1830, racconta la storia d’amore della ricamatrice Mimì e dello scrittore Rodolfo, i quali, insieme ai loro amici artisti, affrontano le difficoltà di una vita povera con spirito di avventura, finché la realtà non finisce per schiacciarli.

Locandina originale del 1896

Per i suoi personaggi, Puccini creò melodie talmente memorabili da entrare che riecheggiano nella testa anche di chi non è un'appassionato di lirica, basti pensare al duetto: Che gelida manina/Mi chiamano Mimì.

A ridare vita al capolavoro ottocentesco c'è la direzione del giovane maestro Andrea Battistoni, in scena un allestimento intramontabile, quello realizzato per il centenario dell’opera da Giuseppe Patroni Griffi, che ricrea con cura l’atmosfera di una Parigi ottocentesca perfettamente bohémienne.

Dopo La bohème a rischio anche il Don Giovanni di Mozart e il Maometto II di Rossini

Se la situazione non cambierà nelle prossime ore oltre a La bohème in cartellone al Regio di Torino, salteranno altri spettacoli: martedì il Don Giovanni di Mozart diretto da Riccardo Muti al Massimo di Palermo (attesissimo, teatro esaurito da mesi), mercoledì il Maometto II di Rossini con la regia di Calixto Bieito, sabato 28 il balletto Rossini & Rossini all’Opera di Roma, e così via per l’intera penisola.

 

 

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