Il Museo Egizio guarda al futuro: nel 2028 potrebbe essere gratis proprio come il British Museum
L'obiettivo è quello di diventare una realtà aperta e disponibile al grande pubblico che potrà accedere liberamente senza biglietto ad una serie di aree
Si avvina una data importante per il Museo Egizio di Torino che nell'autunno del 2024 festeggerà il suo bicentenario.
Intanto, dopo che il vento di polemiche sul suo conto si è finalmente affievolito e dopo aver vinto il Premio Torinese dell'Anno, il Direttore Christian Greco si concentra sui prossimi step che riguardano la ridefinizione completa del concetto di Museo.
Sempre più aperti alla collettività
Dovendo trovare una parola chiave per riassumere il futuro del Museo questa potrebbe essere: "apertura".
La sfida per i prossimi 3 o 4 anni è quella di trasformare il Museo Egizio in un museo gratuito sul modello del British Museum.
A questo obiettivo si sta già lavorando: tra due settimane verranno presentati alcuni progetti che prevedono la realizzazione di una serie di aree gratuite per il pubblico.
Sarà inoltre realizzata una copertura della corte creando una grande piazza aperta a tutti, con caffetteria, bookshop e shop del museo.
Insomma, lo sguardo al futuro c'è tutto, il concetto di un museo gratuito poi pare quasi fantascientifico e fa sembrare certe polemiche persino più vecchie delle mummie.
Le vecchie polemiche di natura politica
Lo ricordiamo: tutto era nato da un'intervista rilasciata da Maurizio Marrone al Corriere della Sera nel corso della quale l'assessore FdI auspicava la sostituzione del Direttore Christian Greco. Sul caso si era espresso anche il vicesegretario della Lega Andrea Crippa che chiedeva a gran voce le dimissioni del Direttore invocando il Ministro Sangiuliano. Le critiche a Greco si concentravano sulla campagna marketing del 2018 che prevedeva l'entrata gratis al museo ai visitatori di origine araba.
Una promozione che aveva fatto storcere il naso a chi da quella campagna si era sentito offeso ritenendola ideologica e razzista, portavoce di questo pensiero era stata Giorgia Meloni.
Diverse le voci scese in campo per sostenere Greco, una su tutte quelle di Vittorio Sgarbi che aveva ribadito come "Greco fosse inamovibile"e per ragioni super partes che riguardano lo statuto del Museo.
A decidere sulla carriera del Direttore infatti è la Fondazione del Museo Egizio che per prima tra l'altro ha parlato ringraziando e confermando il ruolo del Direttore. Che piaccia o non piaccia, il Ministero quindi, in questo caso, non può nulla.