TORINO

Violenza alla residenza Borsellino, condannato l'autore a 6 anni e 8 mesi di carcere

I fatti si sono svolti tra il 29 e il 30 ottobre 2022

Violenza alla residenza Borsellino, condannato l'autore a 6 anni e 8 mesi di carcere
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L'autore della violenza sessuale su una studentessa di 23 anni avvenuta all’interno della Residenza Universitaria Edisu Paolo Borsellino di Torino nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2022, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere.

Il processo

L'uomo è stato giudicato dal Tribunale dei minori (nonostante ora sia diventato maggiorenne) con rito abbreviato che gli ha permesso di avere una riduzione di pena.

I fatti

I fatti, come detto, si sono svolti all'interno della residenza universitaria in via Borsellino, che ospita studenti e studentesse che arrivano all'ombra della Mole Antonelliana per studiare presso le facoltà cittadine. Quella notte l'allora 17enne italiano, originario del Senegal e residente in un comune in provincia di Asti è riuscito ad entrare nella struttura intorno alla mezzanotte.

Dopodiché è salito al piano dove soggiornava la ragazza siciliana, ha bussattato alla porta, lei gli ha aperto (pensando fosse un amico) e lui è poi entrato nell'alloggio. Successivamente il giovane l'avrebbe colpita alla testa e quindi l'abuso. Al termine della sua azione è fuggito via.

Pizzicato dalle telecamere

Nel pomeriggio di venerdì 11 novembre 2022, il personale della Squadra Mobile, all’esito di complesse ed approfondite investigazioni, è riuscito ad identificare il 18enne, attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza e il test del Dna. Il fermo è avvenuto a pochi passi dalla residenza.

La confessione

Dopo il fermo, l'uomo ha confessato di essere l'autore della violenza perpetrata ai danni della 23enne. Da qui poi è partito il processo a suo carico.

“Voglio nuovamente ringraziare - fa sapere la ragazza attraverso la sua avvocata alla TGR Piemonte - il team di supporto degli ospedali Sant'Anna e Molinette, le forze dell'ordine, la mia avvocata, i miei cari e il sistema giudiziario. Faccio volutamente un elenco lungo per sottolineare il fatto che io non sia mai stata lasciata sola”. La giovane ha scelto comunque di continuare il suo percorso di studi a Torino. “Sentirsi capiti e ascoltati - prosegue - aiuta a proseguire con la propria vita. Nessuno merita di sentirsi giudicato per sentito dire e secondo la morale spicciola”.

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