Vaccino Covid, medici e infermieri rischiano il posto se rifiutano
Gli operatori ospedalieri (e delle Rsa) che non vogliono farsi vaccinare rischiano l'allontanamento dalla propria mansione
Vaccino Covid agli operatori ospedalieri: attenzione ai rifiuti. Sono purtroppo tanti gli assistenti e infermieri di alcune Rsa che non hanno aderito alla campagna vaccinale. E subito si innesca la polemica.
Un risvolto pericoloso
Se l'esempio deve venire dagli addetti ai lavori, medici e infermieri in primis, non siamo messi bene. In alcune zone d'Italia (Brescia ad esempio) solo il 20% dei lavoratori in àmbiti ospedalieri ha detto sì al vaccino anti Covid. Un assurdo, secondo molti, proprio perché quelle persone dovrebbero curare poi gli eventuali malati di Covid. Ma non si tratta solo di un obbligo morale: è un risvolto pericoloso anche dal punto di vista della legge. Invita a fare una riflessione in tal senso anche l'ex-Pm Raffaele Guariniello.
L'ex-Pm Guariniello
Chi non si vaccina, ne è certo l'esperto di legge, rischia l'allontanamento dal posto di lavoro. Licenziato? Sospeso? Per ora non c'è giurisprudenza in merito, quindi le interpretazioni sarebbero valide a seconda dei casi. E delle sentenze. Così Guariniello:
"Stiamo parlando di milioni e milioni di persone, dipendenti privati e pubblici. Se è vero che la legge parla di mettere a disposizione un vaccino e dunque non obbliga nessuno a vaccinarsi, è anche vero che la stessa norma impone al datore di lavoro l'allontanamento temporaneo del lavoratore in caso di inidoneità alla mansione su indicazione del medico competente. E come può il medico non esprimere un giudizio di inidoneità se il lavoratore (medico o infermiere che sia, ndr) rifiuta il vaccino?".
Libertà in secondo piano
E la libertà personale? E la scelta di farsi vaccinare o meno in base alle proprie convinzioni? Certamente, in casi come questo (evidenza pandemica, necessità di curare in sicurezza) si può soprassedere. E quindi acconsentire a farsi vaccinare anche se non si è proprio del tutto convinti. Soprattutto se si è lavoratori ospedalieri a stretto contatto con malati di Covid o potenziali tali. La normativa d'altronde è chiara: se è prevista la messa a disposizione del vaccino, c'è l'allontanamento e la destinazione ad altra mansione (ove possibile) del lavoratore che si rifiuti di farlo. Ci sarà da discutere, certo. Ma è anche una grande sorpresa questa. Chi se l'aspettava? Dopo tanto invocare il vaccino anti Covid, adesso che ce l'abbiamo i primi a tentennare sono proprio... gli operatori ospedalieri (e delle Rsa).
Anche Ichino mette in guardia
Anche il professor Pietro Ichino, docente universitario e famoso giurista (oltre che avvocato) condivide la posizione per così dire "intransigente" verso chi rifiuta il vaccino:
"Chiunque potrà rifiutare la vaccinazione - dichiara in un'intervista agli organi di stampa nazionali - ma se questo metterà a rischio la salute di altre persone, il rifiuto costituirà un impedimento oggettivo alla prosecuzione del rapporto di lavoro. Si rischia il licenziamento, nei casi più gravi. La protezione del proprio interesse alla prosecuzione del rapporto di lavoro cede di fronte alla protezione della salute altrui".
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