TORINO

Tragedia di piazza San Carlo, ricalcolata la pena per l'ex sindaco Chiara Appendino

Il processo di Appello/bis in Corte d’Assise di questa mattina, 20 gennaio 2025, ha rideterminato di poco la pena fin qui inflitta a Chiara Appendino

Tragedia di piazza San Carlo, ricalcolata la pena per l'ex sindaco Chiara Appendino
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Per i fatti di Piazza San Carlo del 2017 la Corte di assise di Appello di Torino ha ricalcolato la condanna per Chiara Appendino, ex sindaca della città e oggi parlamentare del Movimento 5 stelle, a un anno, 5 mesi e 23 giorni di reclusione. Uno "sconto" di pena di fatto irrisorio: 7 giorni in meno rispetto a quanto precedentemente decretato.

La stessa pena è stata formulata per l'ex Capo di gabinetto Paolo Giordana. Assolto invece Maurizio Montagnese, all'epoca presidente dell'agenzia turismo Torino.

Il processo

La tragedia di piazza San Carlo risale al 3 giugno 2017 durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid quando un tentativo di rapina da parte di alcuni giovani (poi identificati e condannati) finì per generare il panico tra la folla con un bilancio di più di 1.600 feriti e due persone morte.

Il processo di Appello/bis in Corte d’Assise di questa mattina, 20 gennaio 2025, ha rideterminato di poco la pena fin qui inflitta ad Appendino (era un anno e 6 mesi) sulla cui responsabilità - per disastro, omicidio e lesioni plurime, tutte colpose - è definitiva la pronuncia dei giudici di Cassazione.

Si è rimodulato l’entità della condanna alla luce delle intervenute remissioni di querela da parte di alcune parti offese (feriti di quella notte) sopravvenute nelle more dei vari gradi processuali. Ma il risultato è appena una settimana in meno dei 18 mesi (un anno e sei mesi) inflitti nel precedente processo di appello.

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I fatti

Quasi 8 anni fa, il 3 giugno 2017, durante la finale di Champions League tra Juve e Real Madrid, poco dopo le 22 e il terzo gol di Cristiano Ronaldo si scatenò il panico causato dallo spray urticante utilizzato da un gruppo di giovani per confondere le vittime a cui rubare delle collanine.

Ci furono circa 1.600 feriti, mentre due donne morirono: Erika Pioletti, morta schiacciata quasi subito, e Marisa Amato, travolta nelle vie vicine, rimasta paralizzata e poi deceduta dopo un anno e mezzo di ospedale.

Erika Pioletti aveva 38 anni ed era residente a Domodossola, nel VCO, morì calpestata dopo un arresto cardiaco. Marisa D'Amato, aveva 54 anni, era residente a Beinasco, nel Torinese e quella sera era a passeggio col marito in via Maria Vittoria. Pochi minuti dopo l'inizio della tragedia, fu travolta dal fiume di persone e, in seguito ai colpi ricevuti, rimase tetraplegica. La sua morte avvenne, come detto, due anni dopo, il 25 gennaio 2019.

La nota dell'ex assessore Antonino Iaria oggi parlamentare:

Le sentenze si rispettano sempre e ci si difende nei processi e non dai processi, senza invocare complotti o accuse infondate nei confronti della magistratura. Ma non si possono mettere sullo stesso piano vicende giudiziarie legate al ruolo dei Sindaci e altre situazioni di tutt’altra natura. Lo sottolineo perché fare il Sindaco o la Sindaca oggi significa assumersi responsabilità che spesso travalicano le possibilità reali di controllo e gestione. Amministrare una città è un compito complesso, dove ogni decisione può comportare rischi e conseguenze che vanno ben oltre la volontà o l’intenzione dell’amministratore. E' ampiamente arrivato il momento di riflettere, come Paese, su come migliorare il quadro normativo e legislativo che regola l’operato dei sindaci e degli amministratori locali, per garantire loro strumenti più adeguati e una maggiore tutela nello svolgimento del loro compito. Lo testimoniano anche le migliaia di firme dei Sindaci di tutta Italia e di tutti i partiti a sostegno dell'appello dell'Anci per una riforma del TUEL. Appello nato proprio per il processo su Piazza San Carlo in cui, ricordiamolo, Chiara Appendino è coinvolta in modo colposo in virtù del suo essere Sindaca e non doloso. Da tutta questa vicenda c’è una fatto incontestabile: la classe e la dignità con cui Chiara Appendino ha affrontato questa vicenda dovrebbero essere un esempio per tutta la classe politica. Il suo comportamento dimostra che si può affrontare una situazione difficile con rispetto delle istituzioni e fermezza morale, valori che non dovrebbero mai mancare a chi sceglie di servire la cosa pubblica."

Solidarietà su X dall'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi:

"Solidarietà a Chiara Appendino. Con questa sentenza si stabilisce un precedente grave nei confronti di chi amministra. @c_appendino"

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