Ludopatia

Tabaccaio gioca 400mila euro al Lotto nella propria ricevitoria, ma non dà i soldi allo Stato: ora deve risarcire

Si è "bruciato" 400mila euro al Lotto in due settimane. Assolto in sede civile dovrà però restituire il soldi all'Erario

Tabaccaio gioca 400mila euro al Lotto nella propria ricevitoria, ma non dà i soldi allo Stato: ora deve risarcire
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Tabaccaio gioca 400mila euro al Lotto nella propria ricevitoria ma non versa i soldi delle giocate. Ludopatia e gioco d'azzardo ancora in primo piano: il tabaccaio si è "bruciato" 400mila euro al Lotto in due settimane e adesso dovrà restituire la somma all'Erario dello Stato.

Come faceva sparire i soldi

Sembra incredibile la modalità attuata per creare un ammanco di queste dimensioni. Pare che il tabaccaio abbia effettuato giocate al Lotto, con il terminale a lui in uso nella ricevitoria, senza però corrispondere la relativa somma in denaro allo Stato. In pratica, secondo quanto è dato capire, giocava i soldi e teneva le ricevute (eventualmente incassabili in caso di vincita) ma senza poi versare i soldi delle giocate. Un sistema che, giocoforza, deve terminare presto (infatti lo ha messo in pratica per 13 giorni) ma che difficilmente sfugge alle strette maglie dei controlli statali. In tutto, e per la precisione, l'uomo ha "distratto" fondi per 397.000 euro: un'enormità. Ma non è riuscito a farla franca. Il tabaccaio, che gestisce una ricevitoria torinese, era già stato assolto per questa vicenda in primo grado (causa civile per il risarcimento).

Assolto in primo grado, ma...

A salvarlo un certificato medico che attestava la sua malattia. Ludopatico, quindi, incapace di intendere e volere almeno nel momento in cui gli entra in gioco la compulsione. Questa tesi, tuttavia, non ha convinto i legali del Monopolio di Stato che hanno continuato nel procedimento avanti la Corte dei Conti (sezione della Val d'Aosta). I contabili dell'Erario, in questo caso, si sono dimostrati ben più... "spietati" dei giudici ordinari e pretendono la restituzione del maltolto. Secondo la tesi dello Stato, infatti, l'eventuale ludopatia "non evidenzia compromissione delle facoltà mentali né nella capacità di intendere e di volere". Un caso che potrebbe fare giurisprudenza: il Tribunale fiscale sconfessa quello ordinario (Civile in questo caso) su una materia così delicata come una patologia psichico-comportamentale quel è la ludopatia. Un'altra emblematica storia di gioco d'azzardo e di vite rovinate da questa brutta abitudine, dopo la vicenda del prof che intascava i soldi per le gite degli studenti e andava a giocarseli.

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