"Se ci fermate, si ferma tutto": Palazzo Nuovo occupato dal collettivo Maipiuzitt3
Un 8 marzo, quello di quest'anno, sicuramente vissuto in maniera diversa dal solito, visto il recente scandalo di molestie sessuali che ha travolto l'Ateneo torinese
Questa mattina, 8 marzo 2024, l'Università di Torino si è svegliata con Palazzo Nuovo occupato.
Abbiamo occupato Palazzo Nuovo ieri sera - racconta Penelope portavoce del collettivo transfemminista Mai più zitt3 ai microfoni del TgrPiemonte - questa mattina abbiamo bloccato le lezioni e in questo momento sono in atto diversi laboratori di sapere alternativo a quello che solitamente ci viene impartito.
"Se ci fermate, si ferma tutto"
Un 8 marzo, quello di quest'anno, sicuramente vissuto in maniera diversa dal solito, visto il recente scandalo di molestie sessuali che ha travolto l'Ateneo torinese. Per le studentesse di Torino la giornata di oggi vuole essere un punto di partenza verso la costruzione di qualcosa di veramente nuovo e alternativo.
Un passaggio che è iniziato con l'occupazione di Palazzo Nuovo dove oggi sono stati affissi due cartelli: una vagina con i denti alla quale è stata messa vicino una bandiera della Palestina e uno striscione che è anche un manifesto di questa giornata di sciopero: "L'8 scioperiamo da tutto, lavoro didattica e ricerca. Se ci fermate si ferma tutto"
In mattinata, gli occupanti hanno organizzato attività per gli studenti all'esterno di Palazzo Nuovo, come assemblee e laboratori sulla violenza di genere.
Anche al Campus Einaudi, il collettivo Cambiare Rotta è entrato in alcune aule interrompendo le lezioni per spiegare le motivazioni dietro allo sciopero studentesco.
Lo scandalo delle molestie
Tutto inizia a febbraio con il questionario che ha permesso la raccolta di centinaia di segnalazioni anonime: i racconti di chi è stata molestata fisicamente e verbalmente in ambito accademico. Due i professori accusati di molestie ai danni delle studentesse.
Il primo caso riguarda il docente di Filosofia Federico Vercellone sospeso dall'insegnamento per un mese per presunte frasi inopportune rivolte ad alcune studentesse.
E' finito agli arresti domiciliari invece l'ex direttore della Scuola universitaria di Medicina legale di Torino, Giancarlo Di Vella, accusato di aver molestato alcune specializzande e di aver manipolato i dati sulle attività formative della struttura per ottenere l'accreditamento accademico.
Stanchi di un modello le cui radici "producono e permettono violenza, diffusa in tutta la società, e di conseguenza anche delle nostre università" studenti e studentesse chiedono di cambiare un intero sistema.