Torino

Rogo di piazza Carlo Felice, tre rinvii a giudizio

La data della prima udienza è stata fissata il 2 luglio 2025

Rogo di piazza Carlo Felice, tre rinvii a giudizio
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Tre persone sono state rinviate a giudizio per il rogo di piazza Carlo Felice, a Torino. A deciderlo il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Torino Alessandra Salvadori, che ha accolto la ricostruzione dei fatti del pubblico ministero Alessandro Aghemo.

Chi andrà a processo

Andranno a processo, per l'incendio nel palazzo che si trova di fronte a Porta Nuova del 3 settembre 2021, Carmine Minervino, direttore dei lavori e responsabile della ristrutturazione; Alessandro Vitaloni, coordinatore della progettazione ed esecuzione dei lavori; Giovanni Bossuto, committente e responsabile dei lavori.

Il fabbro Giovanni Caria, responsabile dell'installazione della cassaforte da cui erano scaturite le fiamme, ha patteggiato la pena di un anno e quattro mesi di reclusione.

La data della prima udienza è stata fissata il 2 luglio 2025.

Cos'è successo quel 3 settembre

Era il 3 settembre 2021 quando uno spaventoso incendio in piazza Carlo Felice, partito da un appartamento, devastò oltre 100 alloggi.

Dagli accertamenti tecnici voluti dalla Procura per chiarire le cause del rogo, la dinamica e lo sviluppo delle fiamme e le eventuali rispettive responsabilità, emerse che l’incendio scaturì dall’uso di una fiamma ossidrica da parte dell’impiantista Caria. L’attrezzo avrebbe scaldato il metallo superando gli oltre mille gradi, scatenando così l’incendio nell’intercapedine del cappotto, che era stato fatto di recente e che non era in grado di sopportare una temperatura così elevata.

Le fiamme divorarono alcuni dei piani del palazzo, con il risultato che 70 famiglie si ritrovarono senza casa per mesi. Ma i pesanti danneggiamenti non furono solo causati dal fuoco, ma anche dall’acqua utilizzata per giorni per spegnere il rogo che continuava a ripartire. Secondo le stime dei periti i danni sono stati quantificati in 16 milioni di euro.

Le assicurazioni hanno già risarcito i costi dei lavori di ristrutturazione, ma non gli effetti collaterali che hanno subìto i proprietari per non aver potuto occupare la propria abitazione o non averla potuta affittare.

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