Bambina violentata dal nonno: la preside sapeva e non ha denunciato
Una vicenda che definire scabrosa è ancora poco: l'anziano ottuagenario accusato di violenza sessuale sulla ragazzina, che ha segnalato gli episodi a scuola senza alcuna conseguenza.
Ragazzina violentata dal nonno: la preside sapeva e non ha denunciato. Davvero pessima la vicenda che vede coinvolta una ragazzina (che ha subìto violenze dagli 8 ai 12 anni) e la preside della scuola che frequentava. Rosa, la chiameremo così per tutelarne la privacy, ha trovato il coraggio di raccontare le terribili esperienze cui era sottoposta, ma i "grandi" non hanno fatto niente per aiutarla. Anzi, la preside della scuola media che frequentava avrebbe addirittura omesso di denunciare i fatti all'autorità giudiziaria.
E' iniziato il processo
Questa, per lo meno, la tesi dell'accusa: il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino Stefano Sala ha rinviato a giudizio questa dirigente scolastica (C.C. le sue iniziali) con l'accusa di omessa denuncia di reato. Rischia poco, per la verità, rispetto al comportamento che ha tenuto: una multa che nella peggiore delle ipotesi ammonterebbe a 516 euro. In compenso la preside non è più in servizio in quella scuola ed è stata trasferita altrove (fuori regione). Alla sbarra dunque la dirigente scolastica, ma la questione dell'omessa denuncia ha scoperchiato il pentolone di una vicenda gravissima di cui la povera Rosa è stata vittima. Abusata per anni dal compagno, oggi ottantenne, della nonna che dopo averlo sorpreso a masturbarsi davanti alla piccola (addormentata) ha posto fine alla relazione. L'anziana non aveva però avuto il coraggio di raccontare quanto accaduto al proprio figlio, padre della piccola, forse per paura di conseguenze.
Il coraggio di raccontare
Ha dovuto trovarlo lei, la piccola vittima delle violenze sessuali, il coraggio per raccontare tutto. Lo ha fatto dopo aver rimuginato chissà quante volte e in chissà quale stato d'animo. Uno sprone in questa decisione l'ha forse avuta anche la serie tivù "13" tratta da un libro che narra una storia simile: una ragazza si toglie la vita dopo essere stata violentata. Alla fin fine la piccola, che frequentava la seconda media, si è aperta con un'insegnante scrivendole prima un bigliettino e poi parlando a voce. La prof., coscienziosamente, si è subito recata dalla preside ed ha condiviso la storia consegnandole il biglietto scritto da Rosa. "Bisogna fare qualcosa, avvisare i carabinieri, sporgere denuncia". Rassicurata sul fatto che ci avrebbe pensato lei, ovvero che la preside avrebbe provveduto ad avvertire l'autorità giudiziaria, l'insegnante si è sentita tranquilla. Nel frattempo anche i genitori erano stati messi al corrente che la preside sapeva della ragazzina violentata dal nonno.
Passa un anno e... niente
Insomma alla fine passano le settimane, passano i mesi, passa addirittura un anno ma questa storia sembra essere stata insabbiata. "Come mai nessuno ci chiama?" avranno cominciato a chiedersi i genitori della piccola. Lei stessa, che chissà quali sforzi avrà dovuto compiere per trovare il coraggio di raccontare cose così imbarazzanti per una bambina, avrebbe meritato più credito e attenzione. Invece la preside non ha inoltrato alcuna denuncia. Si è presentata in udienza, comunque, spiegando agli inquirenti che aveva telefonato al servizio psicologico. Non ai Carabinieri né alla Polizia per sapere come comportarsi. Sia come sia, oltre alla dirigente scolastica "negligente" è in corso il processo anche ai danni dell'orco: egli è tuttora a piede libero seppur indagato ed accusato di violenza sessuale su minore (pena prevista fino a 14 anni di reclusione). L'avvocato che tutela la famiglia della piccola, Frediano Sanneris, ha dichiarato: "Spero solo che l'iter processuale di questa brutta vicenda si concluda al più presto e che la Giustizia finalmente possa fare il suo corso".
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