Sabato 30 corteo alle "Vallette"

No Tav interrompono lo sciopero della fame in carcere

Gli attivisti tornano a mangiare dopo aver ottenuto soddisfazione a tutte le loro richieste

No Tav interrompono lo sciopero della fame in carcere
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I No Tav interrompono lo sciopero della fame in carcere. Ne dà notizia il sito ufficiale dell'organizzazione che invita a partecipare massicciamente alle manifestazioni previste davanti alle carceri di tutta Italia sabato 30 gennaio 2021.

In corteo alle Vallette

Il movimento No Tav ha indetto per sabato 30 gennaio 2021, alle 15, un presidio al carcere delle Vallette di Torino, in sostegno a Dana, Fabiola, Stefania, Emanuela e le altre detenute a seguito dello sciopero della fame portato avanti per sei lunghe giornate. “La lotta paga!” è lo slogan del movimento No Tav sul sito notav.info :

“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti dallo sciopero della fame portato avanti da Dana, Fabiola e dalle altre detenute che con coraggio hanno tenuto duro in questa protesta molto difficile e rischiosa per la salute. Continueremo a monitorare la situazione perché tutto venga portato a termine come garantito dalla Direttrice del carcere perché in questa pandemia non esistano ultimi e dimenticati”.

A seguito della garanzia e della presa di responsabilità da parte della Direttrice del carcere di portare avanti tutte le richieste fatte dalle detenute, con il sostegno della Garante dei detenuti del Comune di Torino, è stato deciso di interrompere lo sciopero della fame. Tornano quindi a tavola i No Tav che per sei giorni avevano rifiutato il cibo per protesta. Tanta è la solidarietà che si è creata attorno a questa vicenda a partire dal movimento No Tav che ha da subito realizzato un presidio permanente a Bussoleno e altre iniziative a Torino.

Cosa hanno ottenuto

Gli obiettivi delle detenute sono stati interamente raggiunti. E per la precisione, ecco ciò che il digiuno ha fruttato. Il ripristino delle videochiamate per i detenuti che non possono fare i colloqui in presenza; la possibilità di integrare le 6 ore di colloquio in presenza con le video chiamate, visto che queste ultime non vengono assicurate; la messa in pratica delle prenotazioni delle visite familiari online; l’esclusione dal monte-ore complessivo mensile della chiamata con il proprio legale; il mantenimento della chiamata straordinaria settimanale, introdotta proprio in vista della sospensione dei colloqui familiari; uno screening accurato di tutta la popolazione detenuta, così da verificare il reale stato dei contagi; la somministrazione dei vaccini a tutti i detenuti che lo vorranno. In particolare sulla questione della pericolosità in carcere per la diffusione del Covid, sono stati lanciati due hashtag significativi: fuori a un metro di distanza, dentro in otto in una stanza. Ciò a segnalare il sovraffollamento carcerario, problema endemico del sistema italiano.

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