Minacce islamiste al vescovo di Torino: la Questura smentisce
Eppure una lettera anonima definita "sconclusionata" è comunque stata recapitata in via dell'Arcivescovado.
Non ci sono state minacce islamiste al vescovo di Torino. La Questura del capoluogo piemontese smentisce categoricamente quanto pubblicato in merito da un quotidiano stamattina martedì 3 novembre 2020.
Una lettera sconclusionata
Monsignor Cesare Nosiglia non ha ricevuto minacce di matrice terroristica islamica. Nei giorni scorsi all'alto prelato sarebbe stata recapitata una lettera anonima definita "sconclusionata" da parte di un folle, ma assolutamente non di contenuto legato all'islam né al terrorismo jihadista.
La secca smentita giunge direttamente dagli ambienti investigativi, in particolare dalla Questura di Torino tramite la portavoce del questore. La notizia delle minacce islamiche a Nosiglia è dunque destituita di ogni fondamento.
Vescovo sotto sorveglianza
"Abbiamo appreso della notizia da organi di stampa - dichiara la dottoressa Sara Pistilli - ma per quanto ci riguarda essa risulta destituita da ogni fondamento. Il vescovo di Torino è, come tutti i personaggi di spicco della città, sottoposto ad attenzione da parte dei servizi informativi delle Forze dell'Ordine. Si tratta di precauzioni che rientrano nella normalità, per così dire di défault. Lettere di insulti ne arrivano, certo, ma non più del solito. In particolare, lo ribadisco ufficialmente, non risulta nulla di riconducibile ad una eventuale matrice islamica".
Protezione aumentata
L'innalzamento della protezione per gli obiettivi religiosi a Torino, quindi, sarebbe parte integrante di quanto sta accadendo in tutto il Paese su input del Ministero degli Interni. Una decisione presa dal Viminale, e ci mancherebbe altro, dopo i recenti atti terroristici islamisti in Francia e Austria. Insomma, le Questure di tutta Italia sono allertate per aumentare i controlli, ma nella fattispecie per quanto concerne il vescovo di Torino monsignor Nosiglia non si registrano minacce particolari. Niente minacce islamiste al vescovo, dunque.
Atteggiamento di dialogo
L'alto prelato, nominato nell'ormai lontano 1991 da Papa Wojtyla, ha 77 anni e riveste anche la carica di Custode Pontificio della Santa Sindone. Nel corso degli anni ha sempre mantenuto un atteggiamento di dialogo con le minoranze e con le altre confessioni religiose. Motivo per cui, almeno teoricamente, non dovrebbe rientrare fra possibili obiettivi da parte di fanatici musulmani.
Esattamente un anno fa, il 4 novembre 2019, ha patrocinato il Servizio per l'Apostolato Digitale, prima esperienza del genere in Italia e frutto del Sinodo dei vescovi sui giovani e la fede. A dispetto dell'età, dunque, si può a ragione annoverare fra i prelati più moderni e per così dire... "dialoganti" di tutto il panorama ecclesiastico italiano.
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