Medvedev e il furto dell'orologio da 200.000 euro: una storia da romanzo
Al fortissimo tennista, numero 2 del mondo, è stato sottratto un prezioso "Bovet" poi ricomparso come per incanto nelle mani di un dirigente.
Furto da film, alla Arsenio Lupin o alla Diabolik per chi preferisce le storie d'antan, ai danni del tennista Danil Medvedev al quale è stato rubato l'orologio durante la finale del torneo Atp di Torino.
Una storia da ricamare
Una storia tutta da ricamare, questa, che contiene in sé tutti gli ingredienti del miglior giallo poliziesco seppur (per fortuna) senza la vittima. Vittima, in un certo qual senso, è semmai il tennista russo (numero due del mondo) che si è visto sparire dall'armadietto un orologio super-lusso. Si chiama "Bovet OttantaSei" questo modello di alta orologeria artigianale, un modello numerato con design Pininfarina e cassa trasparente che consente di apprezzare tutti i movimenti interni. Roba di alta classe, per un costo di listino pari a 200.000 euro. Che bbotta, dirà qualcuno, visto che con 200.000 euro ci si può comprare un appartamento! Ma tant'è: quando di soldi ne entrano tanti è lecito spenderli come si vuole. E i grandi campioni dello sport non fanno eccezione, anzi: si pensi alle super-car di molti calciatori, alle barche tipo yacht e via di questo passo. Sta di fatto che Medvedev ha la passione per l'alta orologeria e si è concesso questo sfizio. Il tutto diventa notizia nel momento in cui al tennista viene rubato l'orologio. E non a casa sua, o in giro, bensì proprio mentre lui sta giocando la finale del torneo più importante del momento.
Ladri ben organizzati
Roba da film, con i ladri ben organizzati che controllano i tempi e mettono in pratica un piano congegnato a tavolino. Anche perché lo spogliatoio del PalAlpitour, durante le partite ufficiali, non è come quello della palestra dove vanno tutti. E' super-controllato, mica puoi entrarci così. Eppure. Eppure qualcuno di coloro che avevano accesso era complice, un dato di fatto visto che il tennista si è ritrovato derubato a fine match. La sua reazione è stata comprensibilmente furiosa: avrebbe accettato di aspettare qualche decina di minuti prima di dare l'allarme, nella speranza forse di veder riapparire il maltolto. Poi, verso mezzanotte, ha telefonato alla Polizia per dare via alle indagini. Quindi, incavolato nero, è partito per Montecarlo dove abita. Inutili i tentativi degli agenti di ritrovare la refurtiva, ma attenzione... tàaac! Il mattino dopo l'orologio ricompare come per incanto.
Ricompare il malloppo
E ricompare nelle mani di un dirigente del palazzetto dello sport (o forse dell'organizzazione del torneo, questo non è ancora chiaro) sulle cui generalità nessuno è riuscito ad ottenere nulla: non si sa chi è. Fatto sta che questo dirigente (sia lui stesso il ladro o abbia ricevuto dal ladro l'orologio, oppure ancora l'abbia trovato per terra abbandonato) è stato fermato alla frontiera mentre "riportava l'orologio a Medvedev". Una versione ufficiosa, credibile per di più, che però non basta a stoppare le indagini: il furto c'è comunque stato.
La Questura di Torino ha infatti chiesto che l’orologio di Medvedev venga consegnato agli uffici preposti, che si occuperanno di restituirlo al legittimo proprietario magari ricostruendo l'esatta dinamica del furto.
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