Insulti spray a prefetto e sindaca

La risposta degli anarchici allo sgombero: muri imbrattati e vandalismo

Imbrattati un bancomat e la vetrina di una banca, scritte offensive sui muri, minacce di mobilitazione violenta.

La risposta degli anarchici allo sgombero: muri imbrattati e vandalismo
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La risposta degli anarchici e dell'ultra-sinistra extraparlamentare allo sgombero della casa occupata di Corso Giulio Cesare: vandalizzate vetrine e imbrattati i muri. Scritte d'assalto, com'è uso dei no-global, contro la Polizia e le autorità costituite, slogan contro i "ricchi" e le banche, insultato il prefetto Palomba. Persino attacchi alla sindaca Chiara Appendino che non ha certo mostrato particolare acrimonia nei confronti della galassia antagonista. Ciononostante gli anarchici se la sono presa anche con lei. Ecco una carrellata di immagini eloquenti postate su un gruppo cittadino e, più sotto, il comunicato affisso a mo' di ciclostile per spiegare le proprie posizioni.

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"La guerra che ci fanno. Lo sgombero di Corso Giulio Cesare 45 cosa significa? All'alba la Polizia ha circondato interi isolati di Corso Giulio Cesare per sgombrare la palazzina al numero 45 e buttare in mezzo alla strada cinquanta persone. Nel corso dei giorni più freddi dell'anno l'amministrazione della città decide di togliere la casa a tante persone. Nell'ultimo anno sono tanti gli attacchi e le ingiustizie che governi e sindaci ci hanno fatto subire. Hanno aumentato le difficoltà di mettere un piatto a tavola durante il lockdown. Ci hanno lasciato senza cure, hanno controllato i nostri spostamenti consentendoci al massimo di andare al lavoro e ci hanno rifilato multe che non potremo mai pagare. Oggi hanno segnato un nuovo livello di violenza togliendo un tetto a tante persone. Non possiamo più stare fermi e zitti perché ogni giorno i signori che se ne stanno al caldo nelle sale della politica decidono sulle nostre vite come un gioco. Le nostre vite non sono il loro perverso passatempo. Difendiamoci da chi vuole toglierci tutto!".

Questa dunque la risposta provocazione degli anarchici allo sgombero della casa occupata di Corso Giulio Cesare.

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