Incendi boschivi, domani (15 aprile) termina lo stato di massima pericolosità
Era stato istituito lo scorso 26 marzo.

In Piemonte, a partire dalla giornata di domani, giovedì 15 aprile 2021, cesserà lo stato di massima pericolosità per quanto riguarda gli incendi boschivi.
L’annuncio
La decisione è stata ufficializzata dalla Regione oggi (mercoledì 14), sulla base delle condizioni meteorologiche attuali e previste dal Centro funzionale di Arpa Piemonte.
La raccomandazione ai cittadini resta comunque quella di porre la massima attenzione e responsabilità nel non compiere azioni che possano innescare incendi e favorirne la propagazione. In caso di avvistamento di un incendio boschivo l’invito è quello di chiamare sempre il 112, fornendo informazioni il più possibile precise per contribuire in modo determinante a limitare i danni all’ambiente.
L’allarme e le raccomandazioni
Lo stato di massima pericolosità era stato istituito lo scorso 26 marzo, annunciato dalla Direzione Opere Difesa del suolo, Protezione civile Trasporti e Logistica della Regione Piemonte, sulla base del livello di pericolo e dei prodotti forniti dal Centro funzionale regionale di Arpa Piemonte.
Nei periodi di massima pericolosità sono vietate, entro una distanza di cento metri dai terreni boscati, arbustivi e pascolivi, le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio, quali: accendere fuochi, accendere fuochi pirotecnici, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare apparati o apparecchiature che producano faville o brace, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi, lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale combustibile o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio; è vietata qualunque generazione di fiamma libera non controllabile nel tempo e nello spazio.
Le violazioni dei divieti e l’inosservanza delle prescrizioni comportano l’applicazione di sanzioni amministrative da un minimo di 200 euro a un massimo di 2mila euro, oltre alle sanzioni penali.