Fidanzati stranieri e maltrattamenti della Polizia: video-shock con polemica sul web
I due giovani, cinese lei e venezuelano lui, sono studenti universitari ed hanno forse scambiato gli agenti (in borghese) per malfattori.
Una brutta storia tutta da interpretare quella che vede coinvolti la Polizia, tre agenti in borghese, e due fidanzati stranieri che li accusano di comportamento improprio e maltrattamenti. Non si tratta di chiacchiere campate in aria, ma del contenuto nero su bianco e in carta bollata di una querela formale presentata in Tribunale dall'avvocato dei due.
Agenti troppo zelanti
Procederà il Pubblico ministero di turno, che avrà il delicato compito di decidere se sia il caso di chiedere il rinvio a giudizio per questi tre agenti forse un po' troppo... zelanti.
I fatti avvengono in via Nizza in pieno giorno: i poliziotti in abiti civili fermano per un controllo una coppia di giovani stranieri che stava passeggiando mano nella mano. Gli agenti erano in borghese e, in questi casi, serve una chiara ed inequivocabile identificazione: il protocollo suggerisce di mostrare il distintivo di appartenenza alle Forze dell'Ordine e dire chiaramente "Polizia" (o nel caso "Carabinieri") a voce alta. Insomma: dovrebbe essere inequivocabile per il fermato che si tratti di un controllo regolare.
Il movimentato video
Su questo si scontrano le due versioni. Moises P., venezuelano e studente al Conservatorio di Torino, è finito a terra immobilizzato come un delinquente; la sua fidanzata cinese (studentessa all'Accademia di belle arti) ammanettata e trascinata su un'auto-civetta. C'è anche un movimentato video che testimonia quanto accaduto. La notizia è rimbalzata subito nel giro del web e sta totalizzando innumerevoli clic.
Troppo recenti le polemiche sugli abusi della Polizia (soprattutto in Usa) e troppo ghiotta l'occasione per strumentalizzare a scopo ideologico: i fermati sono stranieri, studenti modello, bravi ragazzi, serviva tutta quell'acredine? La versione dei due giovani è che non hanno creduto alla regolarità del controllo: uno degli agenti avrebbe, senza apparente motivo, girato il polso del giovane venezuelano causando la rumorosa reazione (quasi isterica) della ragazza. Da qui si è perso il controllo: il video parla da solo.
Un appiglio che regge
Nota a margine: il timore che non fossero veri poliziotti, qualora non ci sia stata corretta identificazione, è un appiglio non di poco conto. Si tratta della stessa versione portata, ad esempio, in sede di giudizio al processo per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega avvenuto a Roma ad opera di due giovani americani. Gli imputati hanno raccontato in sede processuale di non aver capito che si trattava di un vero controllo: pensavano di essere a rischio rapina ed hanno reagito male. Qui, fatte le debite proporzioni, potrebbe andare in scena lo stesso canovaccio (almeno per quanto riguarda le motivazioni). Di sicuro Polizia e Carabinieri hanno a che fare quotidianamente con gentaglia e non sempre il galateo è efficace, ma forse un po' di attenzione in più soprattutto nei modi di fare e di procedere non guasterebbe.
Poi arrivano i Carabinieri
Fra l'altro, e questo lascia ben sperare, nel giro di pochi secondi arriva sul posto una pattuglia di Carabinieri (in uniforme stavolta) che si accerta di quanto stava accadendo. Sia come sia, deciderà il Tribunale su questa delicata vicenda: si è trattato di maltrattamenti o la Polizia ha agito correttamente nei confronti dei due fidanzati stranieri? In passato, va ricordato, a Torino alcuni agenti erano stati sospesi dal servizio per abusi operativi (uso irregolare di infiltrati) e perseguiti dallo stesso Commissariato Dora Vanchiglia presso cui erano in servizio. Ciò a prova dell'integerrima onestà dei colleghi.