covid e droga

Con il lockdown tutti fanno delivery, i pusher non sono da meno

Con le disposizioni governative è tornato il fenomeno dello stoccaggio di stupefacenti negli appartamenti dei pusher, che poi si occupano della consegna a domicilio agli acquirenti.

Con il lockdown tutti fanno delivery, i pusher non sono da meno
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C'è chi a casa si fa arrivare del sushi e chi invece riceve un po' di cocaina. I tempi obbligano tutti a un cambio di abitudini e vale anche per i pusher. La droga cambia formato per essere trasportata agevolmente, mentre non c'è nessun problema con le piante di marijuana che continuano a crescere tranquille in casa. E se i clienti sono in ristrettezze economiche? Anche qui, nessun problema: l'eroina diventa "dei poveri" e viene consegnata direttamente a casa dei clienti.

Stoccaggio in casa e consegne a domicilio

Con le disposizioni governative è tornato il fenomeno dello stoccaggio di stupefacenti negli appartamenti dei pusher, che poi si occupano della consegna a domicilio agli acquirenti. Con la limitazione degli spostamenti, reperire la droga e spacciarla al dettaglio diventa più difficoltoso. Il piano diventa allora quello di stoccare in casa grandi quantità e di movimentare più dosi con un solo spostamento.

20 arresti in una settimana

La strategia è confermata dall’attività della Questura di Torino che questa settimana ha arrestato 20 persone e sequestrato oltre 11 kg di stupefacenti. Tra questi, la Squadra Mobile lo scorso sabato ha arresto una coppia di cittadini italiani, di 44 e 52 anni, che detenevano nel loro appartamento di via Reiss Romoli  4,2 kg di marijuana e 1,9 kg di cocaina.

 

Cocaina in pietra nascosta nelle scarpe del figlio

Solo poche ore prima, gli genti del Commissariato San Secondo hanno arrestato un quarantatreenne di nazionalità marocchina, regolarmente residente in Italia da oltre 20 anni. L’uomo è il proprietario di un negozio di telefonia in piazza Bengasi di Moncalieri (TO) e vive nel palazzo di fronte, insieme alla famiglia. Gli agenti hanno rinvenuto nell’alloggio 660 grammi di cocaina pura in pietra (in parte nascosta nelle scarpe da calcio del figlio quattordicenne) e 15 mila euro in contanti nascosti dentro alcuni indumenti. Il formato in cui è stata rinvenuta non è casuale, anzi. La cocaina in pietra, infatti, è il metodo di trasporto più comune per la cocaina pura, perché consente di formare dei parallelepipedi appositamente ricoperti con delle pellicole impermeabili che ne agevolano la conservazione, il trasporto e l’accatastamento anche in ingenti quantitativi.

 

 

Cani poliziotto all'opera trovano altra droga

Numerosi sono stati i sequestri nel mondo di tonnellate di cocaina formate da migliaia di panetti di cocaina in pietra. Poco dopo, i cani poliziotto Naik e Kira scovavano, in uno degli armadi del negozio di telefonia, ben 10 panetti di hashish (circa 1 kg di sostanza) ed altri 115 grammi di cocaina pura, oltre a un bilancino di precisione. Ritenuto dagli inquirenti luogo di detenzione di stupefacente ai fini dello spaccio, l‘esercizio commerciale è stato sottoposto a sequestro e l’uomo arrestato.

Marijuana coltivata a casa

Gli altri arresti sono stati effettuati dai Commissariati di zona cittadini e dalle Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale, che hanno anche rinvenuto e sequestrato a un cittadino pakistano delle piantine di marijuana che venivano fatte crescere ed essiccare all’interno del suo alloggio nel quartiere San Paolo.

 

Eroina dei poveri a Porta Palazzo

Nell’area di Porta Palazzo, infine, gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia hanno registrato un significativo aumento di richiesta della cosiddetta “eroina dei poveri”, sequestrando a due cittadini stranieri, colti nella flagranza del reato di spaccio, ben 170 pasticche di revotril e 2 boccette di metadone. Complessivamente, gli agenti di polizia hanno sequestrato oltre 30.000€ ai pusher. Questa somma è nulla, però, rispetto al mancato guadagno derivante dall’impossibilità di piazzare la droga sottratta, che avrebbe fruttato al dettaglio circa 380000 €.

 

 

 

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