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Pene più severe per la "Mafia della curva" (grazie a Questura e Juventus)

Il gruppo di tifosi è stato il primo a essere condannato in Italia per associazione a delinquere

Pene più severe per la "Mafia della curva" (grazie a Questura e Juventus)
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Sono state aumentate dalla Corte d'Appello di Torino le condanne per cinque esponenti della tifoseria organizzata della Juventus processati nell'inchiesta Last Banner coordinata dalla Digos della Questura di Torino, guidata dal dirigente Carlo Ambra.

Le nuove condanne

La sentenza Last Banner, nell'ottobre 2021, aveva portato alla condanna di Dino Mocciola, considerato il leader dei Drughi, a 4 anni e 10 mesi, di Domenico Scarano, (deceduto nel maggio scorso), a 3 anni e 3 mesi, di Salvatore Cava a 2 anni e 4 mesi, di Sergio Genre a 2 anni e 6 mesi, di Umberto Toia a 1 anno e sei mesi e a Giuseppe Franzo 1 anno e 2 mesi.

Ecco cosa cambia dopo la decisione dei giudici: Dino Mocciola è stato condannato a 8 anni di carcere.
Salvatore Cava, Sergio Genre, Umberto Toia
e Giuseppe Franzo sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 7 mesi, 4 anni e 6 mesi, 4 anni e 3 mesi, 3 anni e 11 mesi di reclusione.

Il processo

L’indagine della Digos prese il via nel 2018-2019 dopo una denuncia presentata dalla stessa Juventus, in cui il club mise in evidenze una serie di atti di estorsione da parte di alcuni membri del gruppo Ultras dei "Drughi" al fine di ricevere biglietti gratuiti e altri privilegi. La vicenda coinvolgerebbe anche i Tradizione, i Viking, i Nuclei armati bianconeri e Via Filadelfia 88.

La reazione degli ultras fu particolarmente forte: con scioperi del tifo, intemperanze e comportamenti fuori luogo per cercare di difendere il loro status e danneggiare il club ad esempio con cori razzisti (per far infliggere alla squadra sanzioni e fare così pressioni sulla società).

Il gruppo di tifosi è stato il primo a essere condannato in Italia per associazione a delinquere, alcune vicende sono state ricondotte al reato di estorsione consumata.

Le dichiarazione dell'avvocato difensore della società bianconera

Luigi Chiappero, l'avvocato che assieme alla collega Maria Turco ha patrocinato la Juventus come legale di parte civile ha commentato così la decisione di aumentare le condanne:

"Questo risultato, cui si è giunti con una azione congiunta della questura e della Juventus, è anche il frutto dell'impegno profuso per aumentare la funzionalità degli stadi. Senza la complessa macchina organizzativa allestita in materia di sicurezza non si sarebbe mai potuto conoscere nei dettagli ciò che accadeva nella curva.

La pronuncia dei giudici è anche una vittoria della procura, che ha saputo mettere in evidenza le lacune della sentenza di primo grado".

In aula l'accusa è stata sostenuta dalla pg Chiara Maina. Si è costituito parte civile anche Alberto Pairetto, lo Slo (supporter liason officer) della Juventus, ovvero il dirigente incaricato di curare i rapporti con la tifoseria.

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