Pacifisti, associazioni e sindacati

Manifestazione per boicottare la "fiera della guerra" in Corso Giulio Cesare

Gli anti-militaristi si oppongono alla kermesse di settore che nell'ultima edizione aveva fatto registrare ben 7.500 contratti di fornitura armi.

Manifestazione per boicottare la "fiera della guerra" in Corso Giulio Cesare
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Manifestazione a favore della pace e contro la guerra, ma in realtà per boicottare la fiera di settore che si svolge a Torino dal titolo "Aerospace & defense meeting". Attivisti anti-militaristi si sono mobilitati per organizzare questo corteo (domani sabato 20 novembre 2021 alle 14.30) e molte associazioni vi hanno aderito. Anche alcuni sindacati, come ad esempio la Cub Confederazione Unitaria di Base: appuntamento in Corso Giulio Cesare angolo via Andreis domani nel primo pomeriggio.

La fiera inizierà il 30

Si tratta, a quanto par di capire, si un assaggio visto che poi la fiera del settore relativo alle forniture militari comincerà il 30 novembre.

La mostra mercato è riservata agli addetti ai lavori: imprese del settore, Governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle Forze armate degli Stati interessati e compagnie di mercenari. Insomma, tutto quanto fa... guerra. E quindi da condannare. Argomento controverso: ci sono ingegneri che rifiutano di lavorare nelle aziende che producono ordigni bellici, ci sono operai obiettori di coscienza (ad esempio i Testimoni di Geova ma non solo) che preferiscono il licenziamento piuttosto che lo stipendio da "venditori di morte". Ma poi ci sono anche migliaia e migliaia di famiglie che campano lavorando in fabbriche di armi. Da che parte stare? Una fiera del settore, visto chela produzione di armi è consentita dalle leggi vigenti, sembra starci nel normale nòvero delle cose. Ma lo spirito pacifista dovrebbe sempre vincere... Chi ha un'idea precisa e irremovibile in merito? Chi non sarebbe disposto a discuterne per cambiare la propria opinione? Questioni etiche ed economiche importanti.

Alla scorsa edizione della fiera (pre-Covid) avevano partecipato 600 aziende, 1.300 fra acquirenti e venditori ed i rappresentanti di trenta Governi; erano stati firmati ben 7.500 accordi di acquisto. Non per noccioline o caramelle ma per armi, da usare nei teatri di guerra più sanguinosi del pianeta.

Parlano gli organizzatori

Così gli organizzatori della manifestazione anti-militarista:

"Aerospace & defense meeting è un evento chiuso dove si fanno scelte mortali che riguardano milioni di persone. La scorsa estate il Parlamento ha approvato il rifinanziamento sino a un miliardo e duecento milioni di euro delle 40 imprese neo-coloniali delle Forze armate italiane che impegnano 9.449 militari. Quale sia il peso e il potere dell'industria bellica è confermato dal fatto che non si è fermata mai neanche durante il lockdown. Per fare un esempio a caso, vent'anni di guerra e occupazione militare dell'Afghanistan sono costati solo all'Italia 8,7 miliardi di euro. (...) D'altro canto la crescita della spesa militare si accompagna alla riduzione delle libertà, (...) a una guerra contro ogni forma di opposizione sociale appena dà fastidio al padronato ed al Governo, all'uso fuori misura della legislazione di emergenza".

L'ideale da perseguire, secondo questa tesi iper-pacifista, sarebbe utilizzare i miliardi impiegati nelle spese di guerra per la scuola, la sanità, i trasporti. I manifestanti chiederanno a gran voce anche di bloccare le missioni all'estero, la produzione e il commercio di armi e di contrastare la militarizzazione della società. Si spera che il corteo e la manifestazione contro la fiera "della guerra" possano svolgersi senza incidenti e in modo da evidenziare un dissenso civile.

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