PIEMONTE

Il comune di Trino Vercellese si è autocandidato per ospitare uno dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive

Il sindaco: "È meglio avere un sito dedicato e più sicuro"

Il comune di Trino Vercellese si è autocandidato per ospitare uno dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive
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Il comune di Trino Vercellese, dove ha sede una dell'ex centrali nucleari d'Italia, si è candidato ad ospitare uno depositi definitivi di scorie nucleari che si vorrebbero realizzare per stoccare i materiali utilizzati in passato.

Il Consiglio comunale aperto

Nei giorni scorsi, presso la biblioteca civica comunale, si è tenuto il Consiglio Comunale "aperto", indetto su iniziativa del gruppo di minoranza "Impegno per Trino e Robella", che aveva inserito la proposta nell’ordine del giorno dell'ultimo consiglio del 2023, il 28 dicembre.
Sono intervenuti, in qualità di tecnici esperti, Carlo Giraudi, ex dipendente ENEA, l'avvocato Gian Maria Mosca, Dario Zocco, ex direttore del Parco del Po, Nicola Ippolito, Responsabile tecnico-scientifico della Divisione nucleare del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Inoltre Stefania Uras, Vice Direttore della funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin e Michele Rosati, Responsabile Area Qualifica di Sito e Geologia Applicata di Sogin.

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La contrarietà di una parte di cittadinanza

Molti cittadini residenti sono però contrari all'idea per i possibili pericoli che ne potrebbero scaturire, anche se in realtà il deposito serve proprio per garantire e mettere in sicurezza le scorie radioattive, tra l'altro in uno dei territori esposti alle calamità naturali come le alluvioni.

Le critiche della minoranza

Come fa sapere Prima Vercelli, i consiglieri di minoranza hanno criticato la scelta dell'amministrazione di non organizzare la serata in una sede più capiente (ad esempio il mercato coperto).
Dopo l'introduzione del Consigliere di minoranza Patrizia Ferrarotti il presidente del Consiglio Marco La Loggia ha dato la parola ai 6 interlocutori, invitati a parlare: 3 invitati dalla maggioranza (Ippolito, Uras e Rosati) e 3 dalla minoranza (Giraudi, Mosca e Zocco).

I tre esperti della maggioranza hanno esposto i progetti in corso da parte di Sogin e garantito che il Deposito, in qualsiasi posto sarà costruito, sarà sicuro: sarà costruito e manutenuto nella massima sicurezza.
Il processo di autocandidatura, ha spiegato Nicola Ippolito, non è irreversibile. Il sito di Trino sarà nuovamente sottoposto alle analisi degli esperti per definire se ci sono margini per essere ritenuto idoneo. Nel caso non lo fosse, la ricerca tornerà a considerare i siti presenti dalla CNAI (Carta Nazionale Aree Idonee). Nel caso lo fosse, l'iter potrebbe andare avanti ma per l'amministrazione sarà ancora possibile non andare avanti con il progetto, non si tratta di un'autocandidatura vincolante.
I tre esperti chiamati a parlare dalla minoranza hanno evidenziato le motivazioni per cui il sito di Trino non è stato inserito nella CNAI: esiste una faglia acquifera importante e ci sono territori ampi destinati a coltivazioni risicole, incertezze idrogeologiche che possono influenzare la costruzione, che deve "durare" oltre 300 anni.

Il sindaco: "È meglio avere un sito dedicato e più sicuro"

Il sindaco dal canto suo, accusato anche di sostenere un progetto non inserito nel suo programma elettorale, ha ribadito che da molti anni ha sempre avuto la stessa idea: se nessuno, in Italia, vuole il sito, se l'iter continua a ritardare, Trino ha comunque molti rifiuti nella sua centrale ed è meglio a questo punto avere un sito dedicato e più sicuro.

Il sito, a pieno regime, dovrà ospitare ben 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e stoccarne temporaneamente 17mila ad alta intensità. Sarà composto da costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, che a loro volta conterranno i moduli in cemento, dove saranno messi i contenitori di metallo con i rifiuti radioattivi.

In passato, Trino era stata esclusa dopo che le caratteristiche del suo territorio non avevano punti a favore dei 28 criteri utilizzati per identificare le località compatibili.

La votazione

La votazione finale ha avuto luogo poco prima delle 2, a notte inoltrata. La PEC con la autocandidatura, è partita intorno alle 14.30. Alle 14.45 è arrivata in Comune la nota di ricevuta.

I siti di stoccaggio in Piemonte

In Piemonte sono ben cinque i siti previsti. La zona considerata adatta è tutta nella provincia di Alessandria, nella fascia meridionale della regione, in particolare nei comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato. Coinvolte oltre alla nostra regione, anche Lazio, Sardegna, Puglia, Basilicata e Sicilia.

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Cadiva

E' un fenomeno sto Avv. Gian Maria Mosca!

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