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Disturbi alimentari: una panchina lilla davanti al Regina Margherita per ricordare l'impegno quotidiano a fianco dei giovani pazienti

Dopo il Covid, in Piemonte aumentati del 112% i disturbi alimentari tra i giovanissimi

Disturbi alimentari: una panchina lilla davanti al Regina Margherita per ricordare l'impegno quotidiano a fianco dei giovani pazienti
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I disturbi alimentari affliggono oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, oltre 3 milioni di persone in Italia, pari a circa il 5% della popolazione.

Dopo la pandemia l’incidenza è aumentata del 30-40% ed il picco è soprattutto tra i giovanissimi, colpiti quattro volte di più rispetto al periodo pre-Covid, a causa dell’isolamento, della permanenza forzata a casa, della chiusura delle scuole e dell’annullamento delle iniziative di coinvolgimento sociale.

La situazione in Piemonte

I dati epidemiologici in Piemonte purtroppo riflettono l’incremento evidenziato a livello nazionale. I pazienti in età evolutiva in carico a livello ambulatoriale / territoriale sono aumentati dal 2019 al 2022 del 112%.

L’ospedale Infantile Regina Margherita, Centro di riferimento regionale per psicopatologia acuta e complessa per l’età evolutiva, ha registrato un aumento del 100% degli accessi in urgenza dal Pronto Soccorso per anoressia dal 2018 al 2021, un trend che non accenna a diminuire. Il 30% di questi pazienti viene ricoverato nel reparto di Neuropsichiatria Infantile e/o nei reparti di Pediatria. Elemento saliente è la complessità che ne prolunga la durata (sovente oltre 60 giorni).

Il Day Hospital Psichiatrico terapeutico ha visto un netto aumento dei passaggi per disturbi mentali, tra il 2021 e il 2023, da 3900 a 5300; in particolare passaggi per disturbi del comportamento alimentare sono aumentati da 503 a 2400. I pazienti con disturbi alimentari oggi rappresentano il 60% della totalità dei pazienti in carico (contro il 10% nel 2018). Una novità saliente nella riorganizzazione del Day Hospital ha visto dal 2021 l’introduzione delle “cene” per espandere l’offerta di percorsi dedicati con pasto assistito.

I disturbi alimentari riguardano anche bambine e bambini

Secondo dati emersi da una ricerca a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, sui Centri in Italia del Servizio Sanitario Nazionale dedicati ai disturbi del comportamento alimentare, su oltre 8000 utenti, il 90% è di genere femminile rispetto al 10% di maschi; il 59% dei casi ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6% ha meno di 12 anni. Prevale l’anoressia nel 42% dei casi, seguono bulimia (18%) e “binge eating” (15%). È ormai un problema di salute pubblica che riguarda anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze gravi sul neurosviluppo. In aumento la complessità dei quadri clinici (oltre il 70% presenta comorbidità con sintomi psichiatrici, quali ansia, autolesionismo, disturbi dell’umore, ecc.).
L’identificazione precoce e l’intervento tempestivo e multiprofessionale integrato, orientato alla persona in rapporto alla fase di sviluppo ed all’ambiente di vita, con il coinvolgimento delle famiglie, sono decisivi per una prognosi migliore, nell’ottica di una possibile transitorietà dei disturbi in età evolutiva per ridurre il ricorso all’ospedalizzazione e soprattutto per scongiurare il passaggio ad una condizione permanente, con un rischio di mortalità che risulta aumentata dal 5% al 10%.
Fondi ministeriali stanziati per il biennio 2023-2024, con l’impegno dell’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, hanno permesso di rinforzare i Centri specializzati già esistenti.

La panchina lilla davanti al Regina Margherita

Venerdì 15 marzo dalle ore 9 alle ore 13, all’Aula magna dell’ospedale Infantile Regina Margherita, l’équipe della Clinica Universitaria di Neuropsichiatria Infantile (diretta dal professor Benedetto Vitiello) ha dialogato con tutti gli specialisti coinvolti nella cura, in presenza della professoressa Franca Fagioli e del Commissario Giovanni Messori Ioli.

Hanno portato la loro testimonianza ragazze guarite di anoressia e la mamma di un ragazzo che ha sofferto di bulimia. Il dibattito ha esplorato le frontiere della ricerca scientifica, come l’utilizzo della Realtà virtuale e gli standard di cura efficace: Unità specializzate a livello territoriale, interdisciplinare ed interistituzionale, in rete coi livelli di cura semiresidenziali e residenziali. Centrale la collaborazione NPI/Reti Pediatriche per accogliere i pazienti con disturbi alimentari a minor complessità, con adeguata attrezzatura e formazione. Le novità come i posti letto dedicati di recente attivazione a Verduno e l’apertura prossima di un Centro Diurno (CDSR) per disturbi alimentari precoci a Torino, contribuiscono a delineare un modello di rete ospedale - territorio originale aperto alla sperimentazione.

Inoltre l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, grazie al sostegno dell’Associazione dei familiari di figli affetti da Disturbi alimentari "Lo Specchio ritrovato" di Torino, ha inaugurato una panchina lilla – davanti all’ingresso dell’ospedale (piazza Polonia 94) – in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile, come simbolo dell’impegno svolto quotidianamente a fianco dei giovani pazienti e delle loro famiglie. Esposti in sede gli elaborati dei ragazzi, in collaborazione con le reti educative di volontariato e con le reti artistiche, che da sempre sostengono i percorsi di cura, favorendo un’osmosi vitale tra dentro e fuori l’ospedale.

 

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