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Il regista Paolo Virzì contro il Cinema Café Ambrosio: "Proiezione scadente, chiedete il rimborso"

Certo qualche miglioramento sarebbe da fare, questo è sicuro. Eppure, nessuno ha chiesto i soldi indietro e il proprietario del cinema ora pensa ad una querela

Il regista Paolo Virzì contro il Cinema Café Ambrosio: "Proiezione scadente, chiedete il rimborso"
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Esattamente come quando ti innamori di qualcuno e non vuoi vederne i difetti, la stessa cosa capita con un luogo del cuore. E per molti torinesi, il Cinema Café Ambrosio è un luogo "sacro".

L'Ambrosio Café: un'istituzione di Torino

E' antico e affascinante, la sua inaugurazione risale al 1913, pensando a questo cinema e alla sua posizione comodissima in Corso Vittorio a Torino vicino alla stazione di Porta Nuova è impossibile non pensare anche alla sua bellissima scala elicoidale che conduce alle sale e che ne è quasi il simbolo.

Ma non solo: quello che rende particolarmente accogliente questo cinema è l'ampio foyer dove si può chiacchierare su divanetti rossi e fare merenda o aperitivo preparati direttamente al bar interno.

Il bellissimo interno del cinema Ambrosio Café

 

L'offerta di film poi è varia tra anteprime, film appena usciti e film più indipendenti che spesso faticano a trovare posto in altre sale.
Fin qui tutto bene, e da torinese sarei disposta a passare sopra qualche segno del tempo, in fin dei conti stiamo parlando di un'istituzione di Torino.

Devo però ammettere che sabato scorso quando sono andata a vedere il film tedesco "La zona d'interesse", i "segni del tempo" non riguardavano un'estetica un po' decadente, che personalmente avrei anche trovato affascinante in un cinema "vecchio stile" come questo, ma piuttosto qualche scomodità di troppo.

Una volta seduta, diverse persone che si erano appena tolte sciarpe e cappotto si sono rivestite per il freddo, durante la proiezione di un film dove il suono in pratica ha l'importanza di un protagonista (detto in parole povere: deve stridere con le immagini di serenità e bellezza della casa di una famiglia che vive a ridosso di Auschwitz) ho sentito oltre ai suoni grotteschi voluti dal regista anche un terzo incomodo: la pioggia incessante su Torino.
Infine, l'illuminazione: in sala con il buio, le luci che normalmente restano accese per segnalare le uscite d'emergenza emanavano un bagliore a mio parere un po' eccessivo.

Insomma, nulla che mi abbia fatto alzare dalla poltrona e lasciare il film a metà.

Semmai piccoli dettagli che in base alla soggettività possono urtare o meno gli spettatori più esigenti, ne trovo conferma leggendo alcune recensioni online: i torinesi sono combattuti tra l'amare incondizionatamente questo cinema e pensare che basterebbe poco per migliorare la fruizione dei film: sedili più comodi, temperature più accettabili sia in inverno sia in estate perché ebbene sì: pare che all'Ambrosio non ci sia l'aria condizionata.

Il caso Virzì

Se però fossi il regista ospite alla proiezione del proprio film forse la penserei diversamente. Come pretendere, infatti, che il regista Paolo Virzì possa passare sopra quella che per lui si è rivelata una proiezione scadente?

Il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano Paolo Virzì

Il regista, martedì 12 marzo 2024, era a Torino per l’incontro con il pubblico in occasione della proiezione del suo ultimo film "Un altro Ferragosto", un appuntamento abbastanza importante nel panorama di eventi cittadini che prevedeva la presenza del direttore della Film Commission Torino Piemonte Paolo Manera.

Ebbene, al momento dei titoli di chiusura, il regista si è letteralmente scagliato contro la qualità dei proiettori e dichiarando:

È incredibile come a Torino si possa assistere a uno spettacolo così. Un tempo, questo era un cinema bellissimo e adesso chissà cosa è capitato. Ora fatevi restituire tutti quanti il costo del biglietto. Io tornerò a Torino per parlare del mio film: non lo farò qui, ma in un altro cinema

La rabbia del proprietario dell'Ambrosio Café

Virzì, che tra l'altro è stato pure direttore del Torino Film Festival, non si trattiene e uscito dalla sala si ferma nell'ingresso del cinema e scrive con un pennarello sul manifesto ufficiale: "Andate a vedere il film altrove". Poi esce in strada e continua a lamentarsi davanti agli spettatori.
Insomma toni decisamente aspri. E per qualcuno decisamente esagerati.

 

Dal canto suo l'esercente Sergio Troiano, che per giorni non ha mai voluto commentare le esternazioni del regista, ha poi dichiarato sul Corriere di voler procedere con una querela per diffamazione sottolineando prima di tutto il suo dispiacere nei confronti del pubblico e poi come nessuno abbia seguito il consiglio di chiedere il rimborso del biglietto.

Beh, volendo continuare a comparare amori e posti del cuore allora verrebbe da pensare: nessuno chiederebbe soldi indietro al proprio innamorato solo perché non è perfetto.
E' così con le persone, forse è così anche con certi luoghi.
E visto che la similitudine in fondo mi sembra calzante concluderei col dire che in entrambi i casi però non vuol dire non meritarsi il meglio.

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