Cristina Seymandi travolta dagli insulti degli haters, ma per il pm l'inchiesta è da archiviare: "Tanto ormai è consuetudine"
L'imprenditrice: "Così mi sento offesa due volte. Io ho le spalle larghe, ma chi è più fragile?"
Gli insulti sui social? Non sono mica come le offese per strada. E comunque a certi commenti bisogna abituarsi. Il succo di quanto deciso dal pm Roberto Furlan è questo. Inchiesta chiusa quindi. La vicenda era quella che riguardava la fine dell'amore tra Cristina Seymandi e Massimo Segre e il clamore mediatico che suscitò dopo la diffusione sui media e sui social di un video diventato virale.
Il video virale e i commenti degli haters
Nel video, girato nell'agosto del 2023, l'imprenditrice veniva accusata pubblicamente di tradimento da Segre durante la festa per le loro imminenti nozze.
Quello che poi è difficile da immaginare (o forse no) è la quantità di messaggi che l'imprenditrice torinese ha ricevuto dopo, venendo letteralmente travolta da un numero impressionante di commenti sessisti e insulti da parte di haters. Una "shit storm"si dice in gergo, per dirla in parole semplice: una gogna mediatica, in cui chiunque si è sentito autorizzato a dire la sua e nei peggiori dei modi.
La decisione di archiviare, secondo il pm Furlan, è supportata però dal fatto che nel social
"non pare più esigibile che la critica ai fatti privati delle persone si esprima sempre con toni misurati e eleganti. La progressiva diffusione di circostanze attinenti la vita privata e la diffusione dei social ha reso comune l'abitudine ai commenti, anche con toni robusti, sarcastici, polemici e inurbani".
Offesa due volte
Difficile rimanere impassibili davanti a queste parole e infatti l'imprenditrice afferma:
''Definire una pratica ormai consueta sui social utilizzare un linguaggio non elegante e toni robusti lascia basiti tutti ma penso che innanzitutto lasci basiti i tanti ragazzi e professori che nelle scuole fanno corsi di cyberbullismo. Immagino un ragazzino di 12-13 anni a cui si è appena detto durante il corso che non si odia sui social, che bisogna avere rispetto, poi torna a casa e legge una notizia di questo tipo, che i toni robusti sono una pratica"
Intanto, il suo legale, Claudio Strata, ha chiesto al giudice di ordinare il proseguimento delle indagini o l'imputazione coatta.
E se da una parte si può anche accettare la propensione di alcune persone a essere molto più polemiche alla tastiera e con toni che magari non userebbero mai di persona, è anche vero che giustificare e sdoganare questi comportamenti non può portare a nulla di buono.
E a dirla tutta, viene anche da pensare che la decisione del pm avrà come conseguenza proprio quella di alleggerire la coscienza dei cosiddetti "leoni da tastiera". Visti i tempi, avevamo bisogno di tutto, ma non di questo.