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Cristina Seymandi cede la sua quota di Savio: a legarla all'ex Massimo Segre non c'è proprio più niente

La quota è stata ceduta al manager e imprenditore israeliano Nash Abramov

Cristina Seymandi cede la sua quota di Savio: a legarla all'ex Massimo Segre non c'è proprio più niente
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Il loro amore è acqua passata e forse da adesso anche i loro affari. Parliamo infatti dell'imprenditore e commercialista Massimo Segre e di Cristina Seymandi che ha comunicato in questi giorni di essere uscita dalla Savio, cedendo la quota di maggioranza (80%) a lei intestata dell’azienda leader in Europa negli accessori per serramenti in alluminio.

Cristina Seymandi resta consigliera

La quota è stata ceduta al manager e imprenditore israeliano Nash Abramov, già direttore generale della Savio e dall’autunno scorso anche amministratore delegato della società prendendo il posto della stessa Seymandi che era rimasta nel cda come vicepresidente e azionista della società.

La Seymandi resta come semplice consigliera. Il passaggio di proprietà è stato da poco registrato alla Camera di commercio di Torino, ma non è indicato il prezzo della cessione.

Quando l’israeliano divenne amministratore delegato al posto della Seymandi nell’autunno scorso, sembrò ancora la coda burrascosa della rottura con Segre: Abramov era infatti un manager di sua fiducia.

Su Instagram però era stata la stessa Seymandi a dare l’annuncio dell’avvicendamento, con un post che faceva trasparire la decisione come sua:

È con grande piacere che annuncio l’ingresso in azienda di nuove figure professionali che rafforzeranno la Savio Spa: Nash Abramov nel ruolo di Ceo, Luca Chiauzzi Direttore Generale e Michael Mosso CFO. Il mio ruolo sarà di Vicepresidente e membro del CdA e azionista di maggioranza. Buon lavoro a tutto il team, avanti tutta!

Il video della rottura

La rottura risale a luglio del 2023 quando alla festa di compleanno della Seymandi Segre, annunciò a tutti gli ospiti invece dell’atteso matrimonio la fine della storia con accuse di tradimento alla fidanzata. Il discorso fu filmato con successiva pubblicazione su gran parte dei media italiani, provocando poi una serie di cause giudiziarie.

Il processo a Segre

Nel 2024, l'estate di Segre è tornata ad essere bollente: Directa Sim, la sua società di intermediazione mobiliare, era già finita nel mirino di Bankitalia qualche tempo fa quando nel corso di un'ispezione erano state ravvisate delle irregolarità inizialmente sembrava anche che il tutto potesse risolversi con il pagamento di una sanzione da 30mila euro, poi però nei mesi scorsi la Guardia di Finanza è tornata ad indagare con il sospetto che la società non si limiti ad agire come intermediaria, ma come una vera banca. Secondo la Procura, Directa forniva credito a istituti bancari in difficoltà acquisendolo da istituti in salute.

Nei primi mesi del 2024 c'era stata più un'accusa di evasione fiscale per quanto riguarda proprio la Savio Thesan Spa. Il processo riguardava il mancato pagamento di Iva e ritenute d'acconto per più di 3,5 milioni di euro. Una pratica che Segre ha scaricato sul precedente ad, sostenendo di averne preso il posto per cercare di recuperare a sua volta i due milioni di euro dati da Directa a sostegno dell'impresa.

La Procura aveva chiesto di condannare Segre a dieci mesi di carcere per il mancato versamento di circa 1 milione di euro fra Iva e ritenute della Thesan Savio spa. Dal canto suo, il finanziere ha sempre detto di non sapere niente della situazione precedente al suo arrivo.

Il 24 ottobre 2024, l'imprenditore è stato assolto per carenza probatoria dell’accusa.

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