TORINO E PROVINCIA

Carrefour mette in cassa integrazione 912 lavoratori

Rimangono fuori da questa situazione i punti vendita più piccoli, come quelli marchiati "Market" o "Express

Carrefour mette in cassa integrazione 912 lavoratori
Pubblicato:
Aggiornato:

Il colosso francese "Carrefour", con sede ad Annecy, che da anni ha diversi negozi tra Torino e la cintura ha richiesto l'intervento degli ammortizzatori sociali per ben sei punti vendita: Nichelino (206) e Moncalieri (123), (264) corso Montecucco a Torino, (161) a Collegno, (269) a Grugliasco, 126 a Burolo.

Notizia inaspettata

Da quanto emerso, la cassa integrazione riguarderà il 20% del monte ore lavorate per la durata di 365 giorni (un anno). La richiesta verrà discussa il prossimo lunedì 25 gennaio 2024, dai vertici italiani della multinazionale e dalle parti sociali. Quanto comunicato dall'azienda ha lasciato l'amaro in bocca ai dipendenti e crea incertezze dal punto di vista occupazionale.

Rimangono fuori da questa situazione i punti vendita più piccoli, come quelli marchiati "Market" o "Express.

La crisi del colosso francese

La crisi del colosso francese è iniziata circa 9 anni fa, quando venne decisa la chiusura di un punto vendita in Campania e due in Piemonte, (Borgomanero e Trofarello), con un esubero complessivo di 500 lavoratori. All'epoca dei fatti i dipendenti a Torino e provincia erano circa 4mila, oggi sono quasi o poco più di 2mila. 

La CGIL Torino tramite un comunicato congiunto (Germana Canali (Filcams Cgil), Marilena Rocco (Fisascat Cisl) e Luca Sanna (UILTuCS Uil) fa sapere:

"Dopo un primo incontro informativo avvenuto la scorsa settimana, Carrefour ha comunicato oggi alle Organizzazioni Sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS Uil di Torino, l’apertura della procedura per l’avvio della Cassa Integrazione Straordinaria per circa 850 dipendenti allocati in 6 Ipermercati dell’Area Metropolitana Torinese che, secondo l’azienda, sarebbero in crisi visti i fatturati e le vendite in calo rispetto allo scorso anno.

Pur prendendo atto dei dati comunicati dall’azienda, le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto di poter conoscere quale tipo di investimenti l’azienda intende mettere in campo al fine di risollevare le sorti dei 6 punti vendita e come intende agire anche sull’organizzazione del lavoro che, a nostro parere, necessita di essere condivisa insieme alle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori.

Le risposte arrivate dall’azienda sono state fumose e poco convincenti, per questo abbiamo chiesto un incontro immediato, così come previsto dalla procedura avviata di Cassa Integrazione Straordinaria, che si svolgerà lunedì 22 Gennaio p.v..

Non ci stupisce che l’azienda, come spesso succede, non abbia compreso le proposte avanzate dalle rappresentanze sindacali che, con grande senso di responsabilità, hanno provato a ricercare delle soluzioni alternative all’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Auspichiamo che Carrefour non intenda proseguire unilateralmente con la gestione della CIGS e che, inoltre, si renda disponibile a non penalizzare economicamente le lavoratrici e i lavoratori che, tra l’altro, aspettano il rinnovo contrattuale da 4 anni con salari fermi al 2019.
In tal senso troverà in queste Organizzazioni Sindacali un fermo oppositore pronto a contrastarla in tutte le sedi e con tutti gli strumenti di Legge a disposizione".

La replica di Carrefour:

"Carrefour Italia comunica di aver avviato la richiesta di attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per 6 ipermercati dei 43 punti vendita diretti della Regione Piemonte: Burolo, Torino Corso Montecucco, Nichelino, Grugliasco, Collegno e Moncalieri Rossi. La cassa integrazione avrà una durata massima di 12 mesi per un ammontare ristretto di ore lavoro complessive in ciascun punto vendita, per un impatto sulle ore lavorate pari al 4% del totale ore lavorate dei dipendenti diretti impiegati in Regione Piemonte.
La richiesta si rende necessaria dalla crescente complessità dello scenario economico complessivo, unitamente all'esigenza di semplificare e ottimizzare l'organizzazione delle attività in punto vendita del formato Iper al fine di assicurarne la sostenibilità economica e la continuità operativa. 
L’azienda conferma di voler continuare a consolidare la propria presenza in Piemonte e si rende disponibile ad un confronto con tutte le istituzioni competenti interessate".

Le reazioni della politica

"È notizia di oggi, martedì 16 gennaio, che Carrefour ha chiesto la cassa integrazione per oltre 900 dipendenti in ben sei punti vendita nel torinese.
161 lavoratori e lavoratrici solo a Collegno e 296 nella vicina Grugliasco» sottolinea Enrico Manfredi, assessore al Commercio di Collegno e candidato sindaco «È un episodio grave che dimostra come anche la Grande distribuzione non sia immune dalle crisi".

"Tempi e luoghi del lavoro stanno evolvendo e anche un meccanismo che sembrava consolidato - come quello dei centri commerciali - inizia a mostrare crepe» continua Manfredi «La Solidarietà va ai lavoratori e il Comune come già in altre occasioni sarà pronto a fare rete con gli altri enti locali coinvolti da questa ondata di Cassa integrazione».

«I centri commerciali non sono più sinonimo di sviluppo ed è il momento di porre un freno alla totale deregolamentazione del settore» commenta Silvana Accossato, consigliera regionale di LUV

«Consentire l’apertura indiscriminata della grande distribuzione non solo nuoce all'occupazione - che siano negozianti che abbassano le serrande o dipendenti licenziati - ma è in grado di tutelare unicamente interessi e profitti di azionisti e immobiliaristi. È urgente che la Regione riveda il Piano del commercio: dopo oltre 10 anni mostra tutti i suoi limiti».

Seguici sui nostri canali