NICHELINO

"Banca del tempo": dove non circola denaro, ma solo tempo

L'unico vincolo è che si possono chiedere prestazioni, ma in cambio bisogna rendersi disponibili per effettuarne altre.

"Banca del tempo": dove non circola denaro, ma solo tempo
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A Nichelino, comune satellite della prima cintura di Torino, alcuni anni fa è nato un progetto battezzato con il nome di "Banca del Tempo", che ha portato tanti risultati e aiutato tante persone sul territorio.

Banca del tempo, una realtà consolidata

Abbiamo raggiunto al telefono, Erminia Ruggeri, presidente della Banca del Tempo di Nichelino.

Ci spieghi che cos'è la Banca del Tempo e quando è nata?

" E' un “istituto di credito”, nato del lontano marzo del 1999, dove le persone che vi aderiscono mettono a disposizione, di chi lo richiede, il proprio tempo per delle prestazioni. Nella Banca del Tempo non circola denaro, ma solo tempo. Tutti possono iscriversi. L'unico vincolo è che si possono chiedere prestazioni, ma in cambio bisogna rendersi disponibili per effettuarne altre".

Da chi è partita l'idea?

"E' partito tutto da un gruppo di donne che ha lanciato l'idea di far nascere la banca qui in questo territorio, allora un po' povero di 'progetti sociali'. Quando ho letto un articolo che parlava del progetto, mi sono subito messa in moto e da lì ci siamo attivati. In quei tempi, ci diede aiuto Nora Merlo con la quale abbiamo lavorato per creare lo statuto".

Quando sono nate le prime attività vere e proprie?

"Le prime attività nascono nel 2004 con la COOP di Nichelino. Quest'ultima ci diede un locale dove abbiamo svolto "MANI IN PASTA", un'iniziativa molto bella, che appassionò tante persone di tutte le regioni a creare la pasta fatta a mano. Siamo riusciti a fare anche delle ricette regionali per creare momenti di aggregazione, socialità e per non perdere le tradizioni di cui l'Italia è costellata".

La Regione Piemonte, nel 2011 stanzia dei fondi ma...

"Nel 2011, la Regione Piemonte, stanziò dei fondi per la banca che ci ha permesso di fare alcune attività. Grazie a quei soldi, abbiamo raccolto tutte le nostre ricette che, successivamente, abbiamo pubblicato in un libro: 'L'Unità d'Italia a tavola'. Avevamo pensato ad una ristampa ma il costo era troppo alto. C'è un però che voglio sottolineare: non bastano i fondi. Oggi non riusciamo più ad avere un ricambio generale. Non ci sono persone disposte a fare ciò che abbiamo fatte noi ed è un vero peccato".

Quali sono stati i progetti che hanno avuto un buon successo?

"Sono tanti. Uno che mi viene in mente è  lo sportello "pari e dispari" per le donne aperto in piazza Aldo Moro. Con il Covid-19, lo abbiamo chiuso. Penso anche al 2005, quando è partito il progetto dei libri in "Book in time". In 16 anni abbiamo seminato 16.000 libri in giro per il mondo. Su questo ci hanno aiutato dei ragazzi disabili grazie a "La trottola", un progetto che prevedeva l'etichettatura dei libri che poi si andavano a seminare nei treni, nei supermercati, ovunque".

Ora cosa state facendo?

"Stiamo preparando il sito nuovo per essere ancora più innovativi, al passo con i tempi. Faccio un appello: come detto non riusciamo a fare un cambio generazionale. La Banca del Tempo non è volontariato. E' uno scambio di tempo. Quest'ultimo è circolare e paritario. Aspettiamo nuovi soci, con nuove idee. Chi vuole provare, è il benvenuto".

 

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