Proteste Dpcm Torino: per il Viminale non c'è regia occulta
Il Ministero degli Interni esclude che dietro i disordini di piazza ci sia un progetto unico di sollevazione popolare
Proteste contro il Dpcm a Torino: secondo il Viminale non c'è una regia unica dietro agli assalti violenti. La ministra Luciana Lamorgese, titolare del Ministero degli Interni non è ipotizzabile una strategia occulta per guidare i facinorosi. Confermata invece la presenza di ultras e di estremisti (sia di destra che di sinistra) assieme a chi protestava legittimamente il proprio dissenso.
Violenze spontanee, non organizzate
Secondo la ministra dell’Interno c’erano estremisti di destra e sinistra, ma individuare una strategia politica comune per la Lamorgese è arduo. "Sono situazioni diverse tra loro e che non bisogna generalizzare nel tentativo di individuare chi ci fosse dietro le violenze e i vandalismi". Gruppi che cercano di infiltrarsi nelle manifestazioni di chi per l’ultimo Dpcm rischia sostanzialmente di chiudere la propria attività. Secondo l'intelligence del Viminale i responsabili degli assalti sarebbero "estremisti di destra e di sinistra, anarchici, ultras italiani e stranieri, spesso molto giovani, con piccoli precedenti per reati comuni, espressine di contesti di marginalità e ribellione".
Nessun coordinamento fra le proteste
Non manca la criminalità organizzata, come accaduto nei giorni precedenti a Napoli, ma quel che la ministra tende a escludere è che ci possa essere un coordinamento tra tutte le proteste violente scoppiate in questi giorni. "È un contesto composito, dove ogni realtà territoriale ha le sue caratteristiche, mi pare davvero arduo poter individuare una strategia politica comune". Infatti, per fare un esempio, nei disordini di Milano sono stati notati parecchi nordafricani che parlavano arabo fra loro e si davano indicazioni per attaccare le Forze dell'Ordine. A Roma c'erano esponenti di estrema destra (anche con striscioni). A Torino ultras granata e bianconeri insieme... e così via. Quindi le proteste contro il Dpcm a Torino sarebbero state solo una scusa per sfogare la rabbia sociale e anti-sistema che nulla ha a che fare con le chiusure e con il Covid.
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