Massimo Melis ha pagato con la vita la vicinanza a un'amica in difficoltà
Una persona perbene, attenta alle persone bisognose, gran lavoratore.
Massimo Melis ha pagato con la vita la vicinanza a un'amica in difficoltà: ucciso solo per essere una persona perbene e attenta alle persone bisognose.
Massimo Melis ha solo pagato la vicinanza a un'amica in difficoltà
Silenzio. Dolore. Incredulità. Visi coperti da mascherine e occhiali da sole. L'ultimo saluto a Massimo Melis è stato un momento duro, toccante. Attimi tristi con il sapore più amaro che mai, dovuto proprio dal fatto che a perdere la vita per un gesto ignobile, sia stato proprio il giovane 52enne, operatore della Croce Verde.
I colleghi hanno evidenziato come quella di Massimo sia "una morte improvvisa e inaccettabile". Una persona perbene, ben voluta da tutti e senza ombre. Colpevole solo di aver aiutato un'amica in un momento di difficoltà: Patrizia.
L'omicidio
Ed è proprio con lei che Melis trascorre il suo ultimo giorno di vita: il 31 ottobre nel pomeriggio vanno a fare la spesa, poi la riaccompagna a casa, intorno alle 21. Poi torna alla sua auto parcheggiata poco distante. Il killer si avvicina alla vettura ed esplode un solo colpo da un revolver calibro 38. Il proiettile attraversa la testa del 52enne finendo la sua corsa nella portiera opposta. Una spietata esecuzione.
Gli investigatori, la sera del primo novembre, giorno in cui è stato ritrovato il corpo senza vita di Massimo, interrogano Patrizia chiedendole chi avrebbe potuto uccidere il suo amico: chi poteva volere così male a Massimo tanto da ucciderlo in questo modo?
"Non c'è nessuno stalker"
Lei fa il nome di un 62enne, che si era invaghino di lei e che le stava facendo delle avances sempre più insistenti. Poi ritratta. Forse per paura dice che non c'è nessuno stalker. Gli investigatori iniziano ad indagare nella vita privata del 52enne: Patrizia è stata più di una cara amica, in passato i due hanno avuto una relazione e dopo essersi lasciati hanno continuato ad avere un rapporto molto stretto ed amichevole.
Luigi Oste
Ecco quindi che cominciano a formularsi le prime ipotesi: qualcuno infatuato di Patrizia mosso dalla gelosia nei confronti di Massimo, può averlo ucciso? Può averlo odiato a tal punto da porre fine alla sua esistenza?
Ed ecco che si torna a parla di un uomo, 62 anni, pregiudicato, respinto dalla donna. Quell'uomo è risultato poi essere Luigi Oste. Probabile che vedesse in Massimo un rivale da eliminare. Si scopre così che l'uomo, già nel mese di giugno, aveva iniziato a corteggiare, con molta (forse troppa) insistenza, Patrizia. Ma lei non gradisce. E lo confessa a Massimo.
Oste è un uomo che in passato ha avuto anche dei precedenti penali per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti. Oste frequenta assiduamente il bar Gottardo, dove lavora Patrizia. Massimo quindi conosceva il suo carnefice, i due si incontravano spesso.
Il presunto assassino
Il 62enne, accecato dalla gelosia, può aver deciso di passare all'azione? La notte del 31 ottobre, Massimo Melis viene freddato con un colpo di pistola. La sera del 5 novembre, Luigi Oste, viene fermato dalla Squadra Mobile della Polizia, con l'accusa di essere l'assassino dell'operatore della Croce Verde. Interrogato tutta la notte decide di avvalersi della facoltà di non rispondere.
"Ti vogliamo e ti vorremo bene per sempre"
I funerali del 52enne si sono tenuti nella mattinata di sabato 6 novembre nella Chiesa di Sant'Antonio da Padova, vicino a Porta Susa, nel quartiere Cit Turin, a pochi passi dalla sede della Croce verde, dove prestava servizio:
"Ti vogliamo e ti vorremo bene per sempre", scrive la Croce Verde di Torino in un post su Facebook.