Il certificato medico

Viviana Parisi soffriva di paranoia: "Crollo dopo crisi mistica"

Nel cassetto del cruscotto della Opel grigia la conferma del contesto di disagio interiore in cui è maturata la tragedia di Caronia.

Viviana Parisi soffriva di paranoia: "Crollo dopo crisi mistica"
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Un'ulteriore conferma del contesto in cui è maturata la tragedia di Caronia è arrivata dal cassetto del cruscotto della Opel grigia di Viviana Parisi: dentro un certificato medico emesso il 17 marzo 2020 dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, dove la 43enne era in cura.

+++ TROVATO IL CORPO DI GIOELE +++

La dj torinese soffriva di paranoia, il documento parla di un "crollo mentale in seguito a una crisi mistica". Così, nero su bianco, si ribadisce sostanzialmente quanto si sapeva già: che durante il lockdown il disagio interiore della donna era peggiorato.

Il certificato: Viviana Parisi soffriva di paranoia

Ma l'elemento rafforza quindi la tesi che Viviana Parisi fosse diretta verso la "Piramide di luce", quella mattina. Voleva raggiungere col figlio di 4 anni quel simbolo di rinascita forse per ritrovare il proprio equilibrio. Ma ai piedi dell'installazione di Motta d'Affermo non c'è mai arrivata.

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Prima ha mentito al marito Daniele Mondello, dicendogli che usciva a comprare delle scarpe per il figlio Gioele, poi s'è messa in autostrada in direzione Palermo per coprire i circa 125 chilometri fino alla piramide. Una breve sosta a Sant'Agata di Militello per fare benzina, ma non paga il casello (forse ha smarrito il tagliando).

Il tragitto interrottosi a Caronia, a 25 chilometri dalla meta

Quindi l'ultimo tratto di strada percorso a passo di lumaca e, forse secondo alcuni sbandando leggermente, infine quella maledetta galleria (la "Pizzo Turda") nel territorio di Caronia, dove è entrata in collisione con un furgone.

IL PUNTO DELL'INCIDENTE:

Dopo il lieve incidente la giovane mamma ha preso in braccio il figlio (finalmente confermate le ricostruzioni testimoniali in questo senso) ed è sparita: oltre quel guard rail s'è aperto il vero mistero. Forse la 43enne s'è arrampicata su un traliccio (raggiunto dopo un chilometro e mezzo a piedi nella macchia) per poi buttarsi di sotto: ma dov'è finito il bimbo?

La polemica sui tempi dei primi soccorsi

E c'è anche una coda polemica, perché secondo i legali che assistono il marito, la Stradale poteva fare prima, rispetto ai 20 minuti che ci ha messo ad arrivare sul posto. Ma soprattutto i Vigili del fuoco, giunti in loco dopo un'ora, potevano fare di più che cercare Viviana in un raggio di soli 500 metri oltre il guard rail.

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