Fassino ancora nei guai per turbativa d'asta: l'ex-sindaco alla sbarra in Appello
Il big del Pd alla sbarra insieme ad Antonella Parigi, ex-assessora regionale della Giunta Chiamparino. Una vicenda giudiziaria che si trascina da anni.
L'ex-sindaco Piero Fassino ancora nei guai per una vicenda giudiziaria, la Corte d'Appello gli ha affibbiato di nuovo il capo d'accusa di turbativa d'asta; nonostante in primo grado il big del Pd sia stato stralciato dalle accuse.
Nessun escamotage
Secondo il giudice Ersilia Palmieri, infatti, Fassino non aveva partecipato all’escamotage di affidare direttamente e senza gara d'appalto (con la scusa dell’urgenza) l’organizzazione del Salone del Libro (edizione 2015) alla Gl Events. Ma la Corte d’appello di Torino ieri ha reintrodotto il capo d’accusa a carico dell’ex primo cittadino. Coinvolta nella vicenda anche l’ex-assessora regionale Antonella Parigi.
Alla Procura non era piaciuta neppure l’archivizione delle accuse verso Giovanna Milella a cui era contestata la turbativa del bando di gara per il Salone nell'intero triennio 2016-2018. Anche questo ricorso dell'accusa è stato accolto e la Milella dovrà risponderne a processo. Stesso capo d'accusa anche per il patròn della kermesse Rolando Picchioni ma in questo caso per una rivelazione di segreto d’ufficio.
La parola alla difesa
Giusto ovviamente dare spazio anche alla difesa: gli avvocati di Fassino Nicola Gianaria e Francesca Violante non perdono la fiducia e proseguono nella preparazione dell'iter giudiziario. Così i legali dell'ex-sindaco:
"Prendiamo atto della decisione della Corte di Appello e ribadiamo che l’onorevole Fassino ha sempre operato nella piena correttezza e nel rispetto della legge affidandosi ai pareri tecnici dei consulenti nominati dalla Fondazione. Siamo convinti che il dibattimento lo dimostrerà".
Ma non è questo l'unico possibile "inghippo" su cui sta tentando di far luce la Procura: sotto la lente degli inquirenti c'è tutto il ciclo relativo alle edizioni 2016-2018: il sospetto è sempre che si sia voluto favorire la multinazionale francese. Non è ancora riuscito quindi a divincolarsi da questa palude giudiziaria l'ex-sindaco Piero Fassino: è ancora nei guai e dovrà difendersi in Appello dall'accusa di turbativa d'asta. Il reato è normato dall'articolo 353 del Codice Penale e prevede la reclusione fino a cinque anni oltre a mille euro di multa.
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