In mostra alle Ogr di Torino "Vogliamo tutto"
I migliori fotografi e artisti del momento cimentati in un confronto con le aspettative e le rivendicazioni dei ruggenti Anni 70.

Interessante mostra fotografica e interattiva alle Officine Grandi Riparazioni di Torino (Ogr) da sabato 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022. Manca ancora qualche giorno, è vero, ma data l'importanza della kermesse è il caso di segnarselo in anticipo. La rassegna si intitola "Vogliamo tutto". Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto, a cura di Samuele Piazza e Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto.











Ogr Torino è d'altronde luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance. Tredici gli artisti in esposizione: Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Jerome Everson, Ruby Frazier, Elisa Giardina, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Hansen, Mike Nelson e Charlotte Posenenske.
"Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l’autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. Torino fu, come Milano, negli Anni 70 la vera fucina del movimento di contestazione operaio-studentesco poi sfociato nei terribili Anni di Piombo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni dei poveri lavoratori contro lo sfruttamento dei cosiddetti padroni. Si chiedevano migliori condizioni di lavoro, salari commisurati alla fatica, tempo libero e il diritto a un reddito sufficiente per permettersi anche svaghi e vacanze. Così gli organizzatori:
"A cinquant’anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta nel mondo occidentale di oggi che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall’idea del posto di lavoro tradizionale? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso volere tutto?"
Una risposta a questa domanda potrà essere data più consapevolmente dopo aver visitato l'interessante mostra fotografica torinese alle Ogr di Torino.
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